IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 225

compresa la questione della rinuncia all'investitura papale. Il 13 dicembre 1294, cinque mesi e nove giorni dopo essere salito al trono, Celestino V firmava la Bolla, redatta dai canonisti di Benedetto Gaetani, in cui si confermava il diritto del Papa di dimettersi se profonde e ben fondate pene di coscienza, come ad esempio, il credere che il suo modo di guidare la Chiesa possa causarle gravi danni o semplicemente la convinzione non essere adatti per la posizione, lo giustificava. Immediatamente dopo, si tolse il diadema, i sandali di San Pedro e l’anello, e si dimise dalla sua alta carica. Al 29 dicembre 1294 il conclave elesse il cardinale Benedetto Gaetani, originario di Anagni e membro delle famiglie nobili che avevano dato alla Chiesa il Papa Alessandro IV, Innocenzo IV e Gregorio IX e prese il nome di Bonifacio VIII. Pietro da Morrone, oltre che come santo era noto anche per possedere il dono della profezia, prima di partire gli fece la seguente avvertenza: "Vi siete insinuato come una volpe, regnerete come un leone, e morirete come un cane". Sulla legittimità del suo atteggiamento si suscitarono le più aspre polemiche tra i canonisti, che durarono per secoli, poiché l’opinione generale fin dai tempi antichi sosteneva che l'investitura papale non potesse essere oggetto di rinuncia da nessun decreto. Questo punto di vista, condiviso da molti teologi e canonisti in Italia e Francia, era sostenuto anche dal popolo, che continuava considerando Celestino V come il legittimo papa. Temendo uno scisma, i Golen decidono di eliminare Pietro da Morrone: Bonifacio VIII lo fa catturare in una grotta nelle montagne di Sant’Angelo, in Puglia, dove si era ritirato, e lo fa confinare nella Fortezza di Fumona in Campania; nel maggio del 1296 sarebbe stato ucciso e il suo corpo seppellito a cinque metri di profondità. Trentottesimo Giorno La famosa lotta per le investiture, iniziata tra Gregorio VII ed Enrico IV, tra la Spada sacerdotale e la Spada volitiva, sarebbe stata rinnovata ora da Bonifacio VIII e Filippo IV: ma dove in principio aveva vinto, aveva trionfato la prima, ora si sarebbe imposta la seconda, con tutto il peso che può scaricare la Verità Assoluta sulla menzogna essenziale. I tempi erano cambiati e non si trattava già di uno scontro tra il Sacerdote del Culto e il Re di Sangue, in cui il primo aveva il sopravvento perché dominava la Cultura attraverso la Religione e la Chiesa organizzata, mentre al secondo mancava l’orientazione strategica necessaria per far valere il potere carismatico del Sangue Puro. Con Filippo IV i Golen stavano affrontando un Re Iniziato che si opponeva sul piano delle Strategie, cioè, nel contesto della Guerra Essenziale: il Sacerdote del Culto e il Patto Culturale, contro il Re di Sangue e il Patto di Sangue; la Cultura sinarchica contro il modo di vita strategico; il Papa Golen Bonifacio VIII e il concetto teocratico del Governo Mondiale, contro il Re di Sangue Puro Filippo IV e il concetto di Nazione Mistica; i piani della Fratellanza Bianca contro la Saggezza Iperborea.