IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 22
avrebbero portato gravi conseguenze: non si trattava di un "castigo degli Dei" né di
qualcosa di simile, ma di perdere l'eternità, cioè, di una caduta spirituale irreversibile,
ancora più terribile di quella che aveva incatenato lo Spirito alla Materia. "Gli Dei
Liberatori, secondo la particolare descrizione che gli Atlanti bianchi presentavano ai popoli
nativi, non perdonavano né castigavano per i loro atti; e neanche giudicavano infatti si
trovavano al di là della Legge; i loro sguardi solo miravano allo Spirito dell'uomo, o a
quello che c'era in esso di spirituale, alla sua volontà di abbandonare la materia; chi
amava la Creazione, ci desiderava rimanere soggetto al dolore e alla sofferenza della vita
animale, quelli che, per sostenere queste illusioni o altre simili, dimenticavano la missione
o tradivano il Patto di Sangue, non avrebbero affrontato, no, nessun 'castigo': solo la
sicura perdita dell'eternità... a meno che si considerasse un castigo l'implacabile
indifferenza che gli Dei Liberatori esibiscono verso tutti i Traditori".
Con rispetto alla Saggezza, i popoli nativi ricevevano in tutti i casi una prova diretta che
era possibile acquisire una conoscenza superiore, un'evidenza concreta e significava più
delle incomprensibili arti impiegate nelle costruzioni megalitiche: e questa prova
innegabile, che poneva i popoli nativi in cima a qualunque altro popolo che non avesse
trattato con gli Atlanti, consisteva nella comprensione dell'Agricoltura e della forma di
addomesticare e governare le popolazioni animali utili all'uomo. In effetti, alla partenza
degli Atlanti bianchi, i popoli nativi contavano per sostenersi nella loro posizione e
compiere la missione, sul potente aiuto dell'Agricoltura e dell'Allevamento, senza dare
importanza a quello che fossero stati prima: raccoglitori, cacciatori o semplici guerrieri
saccheggiatori. Il recinto magico dei campi, il tracciato delle città fortificate, doveva
realizzarsi nella terra per mezzo di un aratro di pietra che gli Atlanti bianchi lasciavano in
eredità ai popoli nativi a tale scopo: si trattava di uno strumento litico disegnato e costruito
da Essi, dal quale non dovevano mai separarsi e il quale solo avrebbero impiegato per
fondare i settori agricoli e urbani nella terra occupata. Naturalmente, questa era una prova
della Saggezza però non la Saggezza in se stessa. E cosa della Saggezza? Quando si
sarebbe ottenuta la conoscenza che permetteva allo Spirito di viaggiare al di là delle
stelle? Individualmente dipendeva dalla volontà impiegata nel ritornare all'Origine; il
combattimento contro le Potenze della Materia sarebbe dovuto essere risolto, in questo
caso, personalmente: esso avrebbe costituito un'impresa dello Spirito e sarebbe stato
tenuto in alta considerazione dagli Dei Liberatori. Collettivamente, in cambio, la Saggezza
della Liberazione dello Spirito, quella che avrebbe reso possibile la partenza di tutti i
Guerrieri Saggi in direzione di K'Taagar e, da lì, verso l'Origine, solo si sarebbe ottenuta
quando il teatro delle operazioni della Guerra Essenziale si fosse trasferito nuovamente
alla Terra: allora gli Dei Liberatori sarebbero tornati a manifestarsi agli uomini per condurre
le Forze dello Spirito nella Battaglia Finale contro le Potenze della Materia. Fino ad allora, i
Guerrieri Saggi dovranno compiere efficacemente la missione e prepararsi per la Battaglia
Finale: e in questo momento quando fossero convocati dagli Dei per occupare il loro posto
nella Battaglia, toccherebbe a tutto l'insieme dei Guerrieri Saggi dimostrare la Saggezza
dello Spirito. Così come affermavano gli Atlanti bianchi, questo sarebbe stato inevitabile se
i popoli nativi compivano la loro missione e rispettavano il Patto di Sangue poiché, "allora",
la Massima Saggezza avrebbe coinciso con la Più Forte Volontà di ritornare
all'Origine, con il Maggiore Orientamento in direzione dell’Origine, con il Più Alto
Valore risolto a combattere contro le Potenze della Materia e con la Massima Ostilità
Spirituale verso il non spirituale.