IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Página 212
Canis alle più alte cariche e magistrature della Corte, fino ad allora chiusa a tutte le classi
plebee. Quei giuristi laici, appartenenti al Circulus Domini Canis, si dedicarono con
grande impegno alla loro specifica missione e, per 1285, avevano già sviluppato i
fondamenti che avrebbero permesso di costituire uno Stato nel quale la Funzione Regia
fosse al di sopra di qualsiasi altro Potere. Filippo IV avrebbe contatto all’inizio, con una
squadra di consulenti e funzionari altamente qualificati nel Diritto Romano, colori i quali lo
avrebbero assecondato fedelmente nel suo scontro con il papato Golen. Dalle più
prestigiose università francesi, in particolare da Parigi, Tolosa e Montpellier, ma anche
dall'Ordine dei Predicatori, e anche dalla nuova borghesia istruita, usciranno gli avvocati e
i giuristi che daranno supporto intellettuale a Filippo IV: tra i principali vale la pena
ricordare: i Cavalieri Pierre Flotte, Roberto d'Artois e il Conte di Saint Pol; Enguerrando di
Marigny, dalla borghesia normanna e suo fratello, il vescovo Filippo de Marigny; Guglielmo
di Plasian, Cavaliere di Tolosa e fervente Cataro; e Guglielmo di Nogaret, un membro di
una famiglia di contadini che vivevano nelle terre di Pietro di Creta e Valentina, a San
Felix de Caraman: i suoi nonni erano stati bruciati ad Albi da Simone di Montfort, ma lui
professava segretamente il catarismo ed era membro del Circulus Domini Canis; fu
professore di diritto a Montpellier e Nimes, prima di essere chiamato alla corte di Filippo il
Bello.
Trentaseiesimo Giorno
Dai concetti precedenti, inculcati a Filippo IV dagli istruttori Domini Canis, viene
disegnata la sua futura Strategia: prima di tutto, dovrà ripristinare la Funzione Regia; per
questo, cercherà di separare la Chiesa dallo Stato; e tale separazione sarà basata su
precisi argomenti legali del Diritto Romano. Inoltre la partecipazione della Chiesa si
manifestava nei tre principali poteri dello Stato: nel legislativo, per la supremazia del
Diritto Canonico sulla giurisdizione civile; nel giudiziale, per la supremazia dei Tribunali
ecclesiastici per giudicare tutti i casi, indipendentemente e al di sopra della giustizia civile;
e nell'amministrativo, per l'assorbimento di grandi rendite dal Regno, senza che lo Stato
potesse esercitare alcun controllo su di esse. Le misure che Filippo IV adotterà per
cambiare quest'ultimo punto saranno quelle che provocheranno la reazione più violenta
della Chiesa dei Golen.
Quando Filippo IV sale al trono, la Chiesa era politicamente ed economicamente
potente, ed era invischiata nello Stato. Suo padre, Filippo III, aveva compromesso il
Regno in una crociata contro Aragona che era costata una terribile sconfitta all’esercito
francese. La monarchia era debole di fronte alla nobiltà terriera: i Signori feudatari, al
cadere nel Patto Culturale, iniziarono a dare un valore superlativo alla proprietà della
terra, abbandonando o dimenticando il vecchio concetto strategico di occupazione che
sostenevano i popoli del Patto di Sangue; pertanto, ai tempi di Filippo IV, si accettava che
una relazione assurda esisteva tra la nobiltà di un lignaggio e la superficie delle terre di