IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 209
Roberto; questo era, a sua volta, figlio di Roberto il Forte, membro della casa reale
sassone, nominato da Carlo il Calvo, nipote di Carlo Magno, con il titolo di Conte d'Angiò,
per fare in modo che con le sue truppe germaniche fermasse gli attacchi dei Normanni.
Con Filippo IV rinasceva così, come era accaduto con Federico II, un frutto che veniva
dalla stessa radice razziale sassone e che si era sviluppato segretamente nel campo
fertile di Sangue Puro.
Si vedrà come entrambi gli obiettivi vengono raggiunti insieme; come la Funzione
Reale, assunta interamente da Filippo IV, deposita nella società il seme della nazionalità;
e come le misure prese dal suo governo, misure basate sulla Saggezza Iperborea,
avrebbero causato il fallimento dei piani della Fratellanza Bianca. Sfortunatamente, Filippo
IV non sarebbe giunto a vedere i suoi desideri pienamente realizzati per la stessa ragione
per cui non li raggiunse completamente neanche Federico II: l'Epoca non era propizia per
l'applicazione integrale di una Strategia che poteva finire solamente con la Battaglia Finale
contro le Potenze della Materia; un’Epoca tale sta ancora in sospeso nella storia e forse
stiamo già entrando in essa; in tutti i casi Filippo IV si avvicinò abbastanza, per gli quanto
fu possibile, al suo obiettivo; e in questo fatto innegabile sta la sua Gloria.
In primo luogo di importanza gli istruttori Domini Canis rivelarono al giovane in che
consisteva la Funzione Regia del Patto di Sangue, concetto che Federico II, settant'anni
prima, aveva capito chiaramente: se esiste un popolo razziale, una comunità di
sangue, sempre, sempre , si conformerà al suo interno un’Aristocrazia dello Spirito,
da dove sorgerà il Re Sovrano: il Re sarà colui che ostenti il grado più alto
dell’Aristocrazia, il Sangue più Puro; chiunque possieda tale valore, sarà
riconosciuto carismaticamente dal popolo e governerà per Diritto Divino dello
Spirito. La sua Sovranità non potrà essere messa in discussione o argomentata e,
pertanto, il suo potere dovrà essere Assoluto. Non c'è niente di più alto dello Spirito
e il Re di Sangue esprime lo Spirito; e nel Sangue Puro del Popolo si trova lo
Spirito; e per questo il Re di Sangue Puro, che esprime lo Spirito, è anche la Voce
del Popolo, la sua Volontà individualizzata di tendere verso lo Spirito. In modo che
niente di materiale si può interporre tra il Re di Sangue e il Popolo, d'altra parte, il
Sangue Puro li unisce carismaticamente, in un contatto che avviene al di fuori del
Tempo e dello Spazio, in quell’istanza assoluta oltre la materia creata che si chiama
L'Origine comune della Razza dello Spirito. E quindi tutto ciò che si conforma
materialmente al popolo deve essere subordinato al Re di Sangue: tutte le volontà
devono unirsi o piegarsi alla sua Volontà; tutti i poteri devono essere subordinati al
suo Potere. Anche il potere religioso, che solo raggiunge i limiti del Culto, deve
inchinarsi sotto la Volontà dello Spirito che il Re di Sangue manifesta.
In secondo luogo, a Filippo IV viene spiegata la caduta che i popoli del Patto di
Sangue soffrono a causa della "fatica della guerra" e dei modi usati dai Sacerdoti del Patto
Culturale per distorcere, deformare e corrompere la Funzione Reale. Nel caso dell'Impero