IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 205

città e i luoghi che gli obbediscono. Il piano di Golen consisteva nel liberare un combattimento a morte nei confronti di Pietro III e ampliare il Dominio della Francia a scapito di Aragona: sarebbe stato il primo passo perché un Re della Chiesa fosse elevato al trono di un Governo Mondiale, sostenuto dalla Sinarchia Finanziaria Templaria, e preparasse i mezzi per stabilire la Sinarchia Universale. In quel piano, ovviamente, i Golen sottovalutano Pietro III. in verità, tutti si sbagliano con l’Aragonese perché ignorano la forza spirituale che ha sviluppato sotto l'influenza di Giovanni da Procida e del Domini Canis. Inoltre questi dimostra molto presto il segno di avere un valore infallibile; un'intrepidità senza limiti; un'incondizionata lealtà ai principi della Sapienza Iperborea, cioè, all'eredità del Sangue Puro della sua Stirpe, che gli conferisce il diritto divino di regnare senza rendere conto a nessuno tranne che a Se Stesso; e un monolitico senso dell'onore, dettato dal suo Spirito, e che lo spinge a combattere fino alla morte per il suo ideale, senza mai arrendersi. Un nemico formidabile hanno sfidato questa volta i Golen. La pugnalata alla schiena significava compromettere il regno di Aragona in una guerra con la Francia, quello che Pietro III giustamente stava cercando di evitare. I Golen ritengono che la presenza di Pietro III in Aragona lascerà libera la piazza di Sicilia a Carlo d'Angiò,per consumare una nuova occupazione. Ma l'isola, protetta dalla marina catalana, è diventata una fortezza inespugnabile: Pietro III si ritira tranquillamente ad Aragona nel 1283 lasciando la difesa nelle mani del temerario e fortunato ammiraglio Ruggero di Lauria. Carlo d'Angiò possiede la seconda maggiore flotta del Mediterraneo, finanziato dall’Ordine Cistercense della Provenza, dal Regno di Napoli, e dal Papa, ma non riesce a trovare una tattica coerente per affrontare Ruggero di Lauria, che in seguito a scontri successivi lo distruggerà inesorabilmente. Dopo aver affondato alcune navi e averne catturate altre, si impossessa delle isole di Malta, Gozo e Lipari; poi va a Napoli e tende una trappola ai francesi mostrando solo una parte della sua flotta. Carlo d'Angiò è assente e suo figlio, Carlo lo Zoppo, principe di Salerno, decide di rispondere alla sfida pensando in una vittoria facile: si lancia allora all'inseguimento dei catalani con tutte le navi a disposizione, scontrandosi in poco tempo con il resto della flotta nemica. Quella fu la più importante battaglia navale dell'Epoca,nella quale Ruggero di Lauria affondò un gran numero di galere francesi, ne catturò molte altre, e solo pochissime riuscirono a sfuggire. Destino che non toccò alla nave ammiraglia, che fu catturata da Ruggero in persona e sulla quale si trovavano Carlo lo Zoppo, Jacobo di Bruson, Guglielmo Stendaro, e altri valorosi cavalieri provenzali e italiani. Il figlio di Carlo d'Angiò viene portato prigioniero in Sicilia, dove tutti rivendicano la sua esecuzione come vendetta per la morte di Corradino; Tuttavia, oh mistero della nobiltà spirituale iperborea, è la regina Costanza che lo salva e ordina che lo confinino a Barcellona. Giorni dopo la sconfitta di suo figlio, Carlos Carlo d'Angiò arriva a Gaeta ma non