IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 204

fermarlo. Martino IV è un tipico esponente della mentalità del Golen, la quale allora si chiamava impropriamente "Guelfa": dell’indole fanatica di Gregorio VII e Innocenzo III, possiede anche la crudeltà di Arnaldo Amalrico; per suo ordine gli omicidi, gli stupri e i saccheggi si ripetono senza sosta, sottoponendo i siciliani a un regime di terrore insopportabile: alla fine Roma stessa finirà per ribellarsi a lui. Ma nel 1282 questo stato di cose arriva alla sua fine in Sicilia. Durante la celebrazione della Pasqua, il 30 marzo, un soldato francese tenta di abusare di una giovane siciliana a Palermo e, gridando "morte ai Francesi", scoppia l'insurrezione generale: i francesi sono sterminati a Palermo, Trapani, Corleone, Siracusa e Agrigento; in un giorno ottomila muoiono e il resto deve fuggire precipitosamente dall'isola. Entro un mese, non si poteva trovare nessun francese vivo in tutta la Sicilia. Quelle rivolte popolari furono i famosi "Vespri Siciliani", che non accadddero casualmente poiché in quei giorni Pietro III aveva lasciato Barcellona con il suo potente esercito ed era in Africa, a poca distanza dalla Sicilia. I suoi progetti a lungo termine erano stati eseguiti con grande precisione; a giugno avvista diverse navi siciliane: sono ambasciatori di Palermo che vengono a offrire la Corona di Sicilia al Re d'Aragona e alla Regina Costanza. Poco dopo sbarca sull'isola nel mezzo del giubilo generale del popolo, che si vedeva con quell'atto di sovranità finalmente libero dalla dominazione francese e da quella Guelfa. Non fu, quindi, un'invasione, ma una scelta legittima reale: il popolo siciliano, liberatosi con mezzi propri dall'occupazione francese, si diede i suoi propri re, ripristinando così gli antichi diritti della Casa di Svevia nella persona della nipotina di Federico II. Ma i Golen non abboccano all’amo Osservate, Dr. Siegnagel, che sembrava ancora una volta che i Golen avessero vinto la partenza: non esistevano già né Catari eretici, né si lasciava percepire la presenza del Gral, né c’era un preteso Imperatore Universale come Federico II che disputasse al Papa il Potere Spirituale, neanche esisteva un Re in Germania, ma sì un Re di Francia, Filippo III, completamente controllato dalla Chiesa; e una Sinarchia Finanziaria Templaria in pieno svolgimento, e un Re francese, Carlo d'Angiò, occupando le due Sicilie e mantenendo a bada i luciferici ghibellini. Ma all'improvviso il Colpo di Pietro III, che essi non potevano prevedere perché era un prodotto dell’Alta Strategia Domini Canis, fece riemergere il pericolo di ghibellinismo e minacciava con il fallimento dei piani della Fratellanza Bianca. I Golen non l'avrebbero permesso impunemente. Nel novembre dello stesso anno Martino IV scomunica Pedro III e lo invita a ritirarsi dalla Sicilia e ad amare Carlo d'Angiò, fedele vassallo del Papa. Di fronte all'indifferenza dell’aragonese ripete la scomunica nel gennaio e marzo 1283, preparando la mano per assestargli una pugnalata alla schiena: nell'ultima Bolla Pontificia afferma, infatti, che il Regno di Aragona è vassallo del Papa per un impegno di Pietro II, il nonno di Pietro III che morì nella battaglia di Muret, e che il Pontefice ha la facoltà di nominare Re chi gli sembra migliore; toglie quindi la Corona allo scomunicato aragonese e priva dei sacramenti della Chiesa le