IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 144

andava da Olisipo (Lisbona) a Hispalis (Siviglia) e passava per Corticata (Cortegana) a pochi kilometri da Aracena. Ad Aracena, gli Immortali approvarono tutto il lavoro fatto dai templari in quanto all'edificazione del Castello. All'interno della chiesa, nel pavimento dell'abside, c'era la porta botola che comunicava con la Grotta di Odiel: in verità,la Grotta non si trovava esattamente sotto la chiesa ma bisognava arrivare a essa attraverso la rampa di un tunnel, al quale si accedeva con una scala di legno dall'abside. Bera e Birsa trascurarono i dettagli della costruzione poiché il loro interesse maggiore radicava nella Grotta. La esplorarono palmo a palmo, durante ore, parlando fra di loro con un linguaggio strano che i quattro accompagnanti non osavano interrompere; questi erano l’Abate di Claravalle, il Gran Maestro del Tempio, entrambi i Golen e due recettori Templari "esperti in lingua ebrea", vale a dire, due Rabbini, rappresentanti del Popolo Eletto. Quanto pareva, l'ispezione aveva dato risultati positivi; questo lo capivano dalle espressioni degli Immortali poiché essi erano sommamente parchi in tutto quello che si riferiva alla Grotta e alla loro presenza lì. In tutti i casi, solo fecero una richiesta: che si adattasse a certa forma simbolica, che descrissero con precisione, lo specchio di un piccolo lago sotterraneo, che era alimentato da un filo d'acqua di poca quantità. Bisognava anche interrompere momentaneamente quel piccolo affluente, deviando l’eroso canale di alimentazione. Che bisognava distribuire in determinati punti, intorno al lago, candelabri Menorah. Venticinquesimo Giorno Il Dorché Gli Immortali esposero la situazione attuale al cistercense, al Templario e ai Rabbini: il Supremo Signore della Fraternità Bianca, “Ruge Guiepo” e il Supremo Sacerdote, Melchisedec, avevano ricevuto con disgusto il tradimento di Federico II e la sua pretesa di erigersi a Imperatore Universale. Quegli atti gridarono il potere del papato e impedirono fino al presente concretizzare i piani tracciati durante secoli dai Golen: è ancora possibile il trionfo, però si doveva operare con mano dura; eliminare alla radice ogni possibilità di opposizione. La Crociata contro i Catari era stata un successo, però era arrivata tardi per impedire la nefasta influenza del Gral. Per queste ragioni, Ruge Guiepo ordinava, in primo luogo, di sterminare il lignaggio maledetto degli Hohenstaufen ed espellere la Casa di Suavia dai Regni siciliani: tali direttive erano già state comunicate al Papa Clemente IV. In secondo termine, il Benedetto Signore mandava a eseguire immediatamente l'antica sentenza che pendeva sulla Casa di Tharsis: nella Fraternità Bianca non si dimenticava che la Pietra di Venus dei tartessi non era ancora stata ritrovata fino ad allora; e adesso non era possibile correre il rischio di una nuova improvvisa apparizione di un nuovo Gral. La soluzione consisteva in eliminare ipsofacto ai suoi proprietari e possibili operatori.