IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 137
nel 1258 l’Algarve e i centri di Niebla e Huelva. Il Re che dette in questa regione come
dote a sua figlia naturale Beatrice, che la unì alla corona di Portogallo al matrimonio con
Alfonso III. Siccome tale annessione sezionava i diritti antichissimi che la Casa di Tharsis
aveva sulla regione, la Corona di Portogallo compenso il Cavaliere Odielón di Tharsis
Valter con il titolo di "Conte di Terseval”. In verità, sullo Stemma che Portogallo consegnò
alla Casa di Tharsis, si trova scritto a modo di leggenda: "Con. Tar. Et Val.”, con la quale
si abbreviava il titolo "Conte di Tharsis e Valter"; la posteriore lettura diretta della leggenda
finì per agglutinare le sillabe della trebbiatura e formare quella parola "Terseval” che
identificò la Casa di Tharsis durante i secoli successivi. Il disegno di quel blasone fu il
prodotto di un'ardua negoziazione fra Odielón e gli Araldi portoghesi, nella quale il nuovo
Conte di imposte il suo punto di vista afferrando si alla differenza di lingua e a una
spiegazione fantasiosa degli emblemi sollecitati. Supponendo che nell'antica Lusitania non
ricordavano già niente sulla Casa di Tharsis, reclamarono l'incisione di molti dei Simboli
familiari nello Stemma: ed essi iniziarono ad accettare, così, di galli come
"rappresentazione dello Spirito Santo a destra e a sinistra delle Armi di Tharsis"; il barbo
unicorno, animale chimerico, come "il simbolo del Demonio che circonda l'ombelico della
Casa di Tharsis"; la fortezza nell'ombelico come "equivalente all'antica Proprietà della
Casa di Tharsis"; i fiumi Odiel e Tinto come "propri del paese e necessari per definire la
scena"; ecc; e, finalmente, incluso l'immagine della Spada Saggia "come espressione
della Dama, a quel tempo la Vergine della Grotta, alla quale i Cavalieri di Tharsis erano
consacrati"; gli Araldi incisero sulla lamina il Grido di Guerra dei Signori di Tharsis: “Honor
et Mortis”. Il seguente Re di Castiglia e Leon, Sancho IV, integrò nuovamente la regione di
Huelva alla Corona di Castiglia e vi installò come Signore Juan Mathé de Luna, però
assimilò il titolo e le Armi della Casa di Tharsis a detto Regno. Come vedremo in seguito,
la Contea di Terseval, vittima di grande mortalità anni prima, si trovava allora asservito da
un Cavaliere catalano, che aveva ceduto i diritti della sua fiorente Contea mediterranea in
cambio di quelle lontane regioni andaluse.
Era passato più di un secolo da quando Bera e Birsa avevano ordinato ai Golen di
eseguire due missioni: compiere la sentenza di sterminio che pesava sui Catari e edificare
un Castello Templario ad Aracena. La prima "missione", come abbiamo visto, fu portata a
termine con cura dai Golen Cistercensi; sulla seconda pensione, in cambio, ancora non
erano avanzati per niente. Mentre Fernando III il Santo Riconquista Siviglia nel 1248 e suo
figlio Alfonso X il Saggio si impossessa nel 1258 del Algarve e di Huelva, il Re Sancho II di
Portogallo, poco prima di morire nel 1248, conquista Aracena, piazza che passa a
integrare la Corona di Castiglia nel 1252. È da supporre allora la premura con la quale
agirono i Templari dal momento stesso in cui si riconquistò la piazza di Huelva. Già nel
1259 avevano ottenuto una parcella da Alfonso X che li autorizzava "nell'occupare un
terreno sulle montagne di Aracena e di fortificarlo convenientemente, agli effetti di ospitare
e difendere una guarnigione di 200 Cavalieri". Tuttavia, anni prima che tale permesso
fosse messo, i Templari avevano localizzato la Grotta di Odiel, tracciando i piani e