IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 134

domenicani avevano alcuni vantaggi reali sui benedettini: costituivano non solo un Ordine locale, autoctono della Linguadoca dove i benedettini avevano perso influenza da tempo, se non che disponevano anche che i monaci con grande istruzione teologica, adeguati per analizzare le dichiarazioni che l'inquisizione della fede richiedeva. I domenicani disponevano di indubbia capacità di mobilitazione nella Linguadoca e quando i Golen si convinsero che il nuovo Ordine sarebbe stato sotto il loro controllo e avrebbe permesso l'ingresso dei loro propri inquisitori, approvarono anche loro la concessione. Nel 1224 l'Imperatore Federico II, che nonostante il fatto di trovarsi già affrontando il papato, aveva ben presente la situazione della Linguadoca e la necessità di appoggiare l'Ordine dei Predicatori, rinnova mediante una legge imperiale l'antica legislazione romana che considerava ai Culti non ufficiali "crimine di lesa maestà", vale a dire, passibili della pena di morte: in questo caso la legge si sarebbe applicata alla repressione dell'eresia. Nel 1231, stante il fatto che già stavano funzionando, il Papa Gregorio IX istituisce i "tribunali speciali dell'Inquisizione" e confida il suo ufficio agli Ordini di Santo Domingo e San Francesco, quest'ultimo su richiesta di frate Elia, un agente segreto di Federico II nell'Ordine francescana, che sarebbe stato ministro generale dal 1232 al 1239 e che al finale, scoperto dai Golen, sarebbe passato apertamente dalla parte ghibellina. Dunque, dopo poco tempo sarebbero rimasti solamente i domenicani a carico dell’Inquisizione. Devono rimanere ben chiari i fatti al valutare il passo dato dall'Ordine di San Domenico al accettare la responsabilità dell’Inquisizione. Uno è che esso rappresentava il male minore per i Country, visto che la repressione è seguita direttamente dai Golen sarebbe stata terribilmente più effettiva, come si evidenziò a Bezier e che in questo si sarebbe riusciti, almeno, a sabotare la ricerca del Gral e ritardare la caduta di Montsegur, obiettivo che si raggiunse in gran parte. L'altro fatto era che i Signori di Tharsis erano perfettamente coscienti che l’Ordine sarebbe stata infiltrata dai Golen e che questi avrebbero aperto le porte ai personaggi più crudeli e fanatici dell'ortodossia cattolica, i quali avrebbero distrutto senza pietà né rimorso i Catari e la loro Opera: ed anche così il bilancio indicava che sarebbe stato preferibile correre questo rischio al permettere che i Golen sbrigassero il compito per loro conto. Non si poteva ostacolare apertamente gli inquisitori più fanatici, che presto avrebbero agito dentro dell’Ordine, poiché esso avrebbe allertato i Golen. La tattica, infatti, nel deviare sottilmente l'attenzione verso piste false o altre forme di essa sia. Nel primo caso, in effetti, i Signori del Cane riuscirono a liquidare, con l'accusa di “eresia”, per i criminali, ladri, degenerati e prostitute dell'Linguadoca: questi, naturalmente, non fornirono mai alcuna informazione che servisse ai Golen, anche se gli si fece confessare l’eresia sotto tortura. Nel secondo caso, l'Inquisizione domenicana produsse un effetto non desiderato per i Golen benedettini, che quelli non furono capaci di contrastare: giustamente, per le stesse ragioni per cui i Signori del Cane non potevano impedire che i Golen sterminassero i Catari, cioè, per non rimanere in contraddizione con le leggi vigenti, i Golen non