IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 13
- Sergente Quiroga! - gridò - Venga a vedere quello che fanno i massoni. -
Il sergente arrivò correndo. Era un creolo robusto come un quebracho, però di evidente
poco intelletto, che aggiunse ossequiosamente la sua voce al concerto di maledizioni che
eseguiva l'ufficiale.
Continuai a leggere il caso. Un pezzo della corda di pelo fu inviato al Laboratorio di Analisi
Patologico della Facoltà di Medicina. Il rapporto emesso dall'università, indicava che il pelo
era composto da capello umano, possibilmente di una donna; la sostanza usata per la
tinta era semplicemente calce, alla quale era stato aggiunto qualche tipo di estratto
vegetale acido per diminuirne l'alcalinità.
Però la cosa più curiosa era che l'Università poteva certificare la razza alla quale
apparteneva la donna alla quale erano stati tagliati i capelli fatali; la sezione ovale delle
fibre pelose studiate, non dava luogo a dubbi: razza bianca. Le altre razze hanno un
capello con la sezione rotonda, secondo gli specialisti.
Questo era quasi tutto. C'erano le nostre dichiarazioni e il rapporto forense. Anche il
rapporto dell'esercito, con la stessa storia già conosciuta, dove velatamente si suggeriva
di non scavare molto.
Seguivano documenti burocratici senza importanza, sulla sepoltura e altri aspetti delle
investigazioni; però sul crimine in se stesso, non si era avanzato molto.
Riassumendo:
A - Impronte digitali: non erano presenti altre impronte a parte quelle della defunta e del
personale dell'ospedale.
B - Altra chiave: non risultava.
C - Perizia della porta: indicò che i cardini erano intatti, come la serratura. Non erano
presenti segni di forzatura con piede di porco o sbarre di nessun genere.
D - Perito forense: morte per strangolamento.
E - Perizia dell'arma omicida: corda fatta di capelli umani, tinta con fatta con calce.
Medaglie d'oro spagnolo di significato sconosciuto.
Nessuna parola sulla scomparsa della cartella e, apparentemente non si era considerato
utile investigare le iscrizioni registrate nei gioielli.
- Gli ebrei! - Gridava l'ufficiale, che leggeva l'articolo "Gesuita" dove c'era un quadro
intitolato "La Compagnia di Gesù vista dalla Massoneria" nel quale si vede, tra
innumerevoli simboli di tutti i tipi, il generale superiore dell'ordine gesuita seduto su una
montagna di teschi, da dove incombe anche la croce di Cristo.
Come un buon nazionalista cattolico si sentiva risentito, offeso personalmente, per la
"perfidia" della Giudeo-Massoneria. Non credei conveniente chiarirgli che la Compagnia di
Gesù creò, nel secolo XIX, il "Rito Massone dell’Arco Reale", il quale fu finalmente
aggiunto al "Grande Oriente Inglese" del "Rito Scozzese Antico e Accettato", con il quale
entrambe le organizzazioni stabilirono punti di contatto permanenti. Disgraziatamente la
prova si presenta alla vista il giorno d'oggi, al considerare il marxismo aristocratico che
sostengono i pensatori gesuiti. Sarebbe ridicolo ammettere l'esistenza di una Sinarchia