IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 123

interrogano Arnaldo Amalrico sul modo di distinguere gli eretici dai cattolici, ai quali l'Abate di Citeaux risponde -"uccidete, uccidete tutti, che poi Dio li distinguerà nel Cielo” -. Nobili e plebei, donne e bambini, uomini e anziani, cattolici ed eretici, la totalità dei 30.000 abitanti di Bezier è l’Agnello Eucaristico della Comunione dei Crociati, il Sacramento di Sangue e Fuoco che costituisce il Sacrificio al Dio Creatore Uno Jehovà Satanàs. Castigo del Dio Creatore, Condanna della Fraternità Bianca, Sanzione degli Atlanti scuri, Espiazione dei Sacerdoti, Vendetta Golen, Lezione Ebrea, Penitenza Cattolica, la strage di Bezier è archetipica: è stata e sarà, ogni volta che i popoli di Sangue Puro provino a recuperare la loro Eredità Iperborea; fino alla Battaglia Finale. Dopo Bezier cade Carcassone, dove sono bruciati 500 eretici, deposti i prelati autoctoni e risulta catturato e umiliato il Visconte Raimondo Roger. Pietro II arriva a Carcassone per intercedere in favore del suo vassallo e amico senza ottenere niente dall'inviato papale: quest'impotenza da un'idea del potere che aveva acquisito la Chiesa, in quei secoli, sui "Re temporali". Il Re di Aragona si ritira, allora, e si concentra in un'altra Crociata, che sta succedendo nello stesso momento: la lotta contro i musulmani in Spagna; crede che partecipando a questa impresa il suo onore non sarebbe stato compromesso, come sarebbe il caso se intervenisse nella repressione dei suoi sudditi; tuttavia, la mancanza d'onore già era grande poiché li abbandonava nelle mani dei suoi peggiori nemici. Mentre la Crociata Golen continuava sterminando i Catari, castello per castello, cercando di distruggere la Contea di Tolosa, Pietro II affronta con successo i musulmani nella riconquista di Valencia. Ritorna alla fine, al Narbona, dove si riunisce con i Conti Catari di Tolosa e di Foix, con il capo militare della Crociata, Simone di Montfort e con gli inviati papali: nuovamente, non ottiene niente, però questa volta è messa in dubbio la sua condizione di cattolico e minacciato con la scomunica; finisce accettando la repressione indiscriminata e confermando la rapina effettuata da Simone: conviene che, se i Conti di Tolosa e Foix non abbandonavano pubblicamente il culto del Catarismo, detti titoli gli sarebbero stati trasferiti. Allora Pietro II credeva che la Crociata perseguitava solamente il fine “dell’eresia” e che la sua sovranità sulla Linguadoca non sarebbe stata messa in discussione. Così che, come "prova di buona fede", arrangia il matrimonio di suo figlio Giacomo con la figlia di Simone di Montfort: ma Giacomo, il futuro E di Aragona, Giacomo I il Conquistatore, ha solamente due anni; Pietro II lo consegna a Simone per la sua educazione, vale a dire, come ostaggio, e questi si appresta a metterlo dietro le mura di Carcassone. In seguito, Pietro II si unisce alla lotta contro gli Almohadi, insieme al Re di Castiglia Alfonso VIII e rimane due anni dedicato alla Riconquista della Spagna. Dopo aver svolto un ruolo di primo piano nella battaglia di Las Navas de Tolosa, ritorna ad Aragona, dove lo aspetta la triste sorpresa che i Crociati di Cristo si sono divisi le sue terre e minacciano con sollecitare la protezione del Re di Francia: Arnaldo Amalrico, l’Abate di Citeaux, e adesso "Duca di Narbona" e Simone di Montfort "Conte di Tolosa". Verso la fine del 1212 Pietro II reclama con Innocenzo III per l'azione di conquista aperta che i Crociati stanno realizzando nel suo paese; il Papa cerca di trattenerlo per dare tempo ai Golen di