IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 110
Fecero sdraiare, quindi, Lamia sul tavolo di tortura e cominciarono ad allungarle le
membra, strappandole spaventose grida di dolore. In quel momento fecero entrare Rabaz,
con le mani legate dietro la schiena e scortato da due Golen cistercensi, il quale rimase
gelato dallo spavento al sentire i lamenti di Lamia e scoprirla legata al tavolo mortale: al
vederlo paralizzato dall'orrore, un sorriso trionfale si disegnò sul volto dei Golen, che già
contavano in anticipo con la sua confessione. Però quello con cui non contavano,
neanche allora, era con la pazzia mistica dei Signori di Tharsis. Oh la follia dei signori di
Tharsis, che li aveva fatti diventare imprevedibili durante le centinaia di anni di
persecuzioni, e che si manifestava come il Valore Assoluto del sangue puro, un valore
così alto che era inconcepibile qualsiasi tipo di debolezza di fronte al Nemico! Senza che
potessero fermarlo, il giovane Rabaz, spinto da una pazzia mistica, dette due salti si
posizionò vicino a sua madre, che lo osservava con lo sguardo brillante; e allora, con un
solo morso, le ruppe la vena giugulare sinistra, causandone una rapida morte per
dissanguamento. Adesso i Golen non ridevano mentre infuriati trascinavano via Rabaz; e
tuttavia qualcuno rise: prima di morire, con l'ultimo respiro che si rompeva in uno spasmo
di agonizzante grazia, Lamia riuscì a emettere un'ironica risata, i cui echi rimasero vari
secondi riverberando nei meandri di quella tenebrosa carcere. E Rabaz, che l'aveva
appena assassinata e aveva il volto coperto di sangue, sorrideva sollevato al
comprendere che Lamia non era più in vita.
No, i Golen non ridevano più: piuttosto erano pallidi d'odio. Era evidente che la Volontà di
Rabaz non poteva essere piegata con nessun mezzo, però non per questo avrebbero
smesso di torturarlo fino a causargli la morte: lo avrebbero fatto, anche se fosse
solamente per sfogare il rancore che sperimentavano verso i Signori di Tharsis.
Bera e Birsa non ottennero nessun risultato con quelle uccisioni e per questo lasciarono ai
cistercensi una missione specifica che doveva essere compiuta durante i seguenti anni
dall'Ordine dei Templari: non importava il costo, anche se questo implicava
compromettersi in una lotta permanente contro il Taifa di Siviglia, però si doveva costruire
un Castello ad Aracena, a pochi chilometri dalla Villa di Turdes. Il luogo esatto della
costruzione era conosciuto fin dall'Antichità come a “la Grotta di Odiel”, oggi chiamata la
“Grotta delle Meraviglie”, il cui nome significava evidentemente, Grotta di Odino o di
Wothan, ma che era anche denominata “Grotta Dedalo” per la deformazione “Grotta
D’Odal”: naturalmente, Dedalo, il Costruttore di Labirinti, era un altro dei nomi di Navutan .
L'entrata della Grotta di Odiel si trovava a livello del suolo, all'apice di una collina di
Aracena. Il piano consisteva nell'edificare un Castello Templario che occultasse la Grotta
di Odiel: l'entrata, da allora, sarebbe stata accessibile solamente da dentro il Castello.
Perché desideravano questo? Per arrivare fino al Caverna Segreta dei Signori di Tharsis;
perché, secondo quello credevano Bera e Birsa, dalla Grotta di Odiel sarebbe stato
possibile avvicinarsi alla Caverna Segreta impiegando certe tecniche che essi stessi
avrebbero messo in pratica al loro ritorno da Chang Shambalà.
Diciannovesimo Giorno
Sintetizzando, dottor Siegnagel, si può considerare che con l’arrivo del secolo XIII, i Golen
avevano realizzato il 90% dei piani della Fraternità Bianca: l'Ordine benedettina-Golen e le
sue derivazioni, Cluny, Cister e i Templari erano stati fortemente stabiliti in Europa; il