IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Página 104
assegnare loro compiti propri dei monaci laici; poi s’inaugurano monasteri sottomessi alla
giurisdizione di Cluny, ai quali si estendono i diritti di autonomia e indipendenza. A questo
punto, Cluny era una Congregazione per diritto proprio. E chi sostiene con entusiasmo
Sant’Oddone con una bolla papale nell’anno 932 è il Papa benedettino Giovanni XI, figlio
bastardo del Papa Sergio III e di Marozia di Teodora, celebre assassina dell’epoca.
Dopo cento cinquanta anni di attività, la Congregazione di Cluny può contare con 2000
monasteri distribuiti principalmente in Francia, Germania e Italia, però anche in Spagna,
Inghilterra, Polonia, ecc., senza includere le restanti migliaia di monasteri benedettini che
hanno adottato la riforma cluniacense ma che non dipendono dall'Abate di Cluny. A metà
del secolo XI l’Ordine è riuscita a trasformare efficacemente la Cultura europea: sotto il
mantello intellettuale dei benedettini di Cluny si formarono corporazioni di massoni
operativi che dimostrarono la loro competenza nell'arte della costruzione "romanica” e che
erano già pronte per lanciare la rivoluzione del “gaulico”, mal chiamato gotico; dietro a
questo movimento, naturalmente, c'era il Collegio Segreto di Costruttori di Templi. Si era
riusciti inoltre a piantare nel cuore dei signori feudali il seme del sentimentalismo, del
pentimento e della pietà cristiana: i "peccati" pesano ogni giorno di più sull’Anima del
Cavaliere e richiedono del sollievo della confessione sacerdotale; si accetta di moderare la
condotta guerriera mediante la "pace di Dio" e la "tregua di Dio", determinate dai
Sacerdoti; si moralizzano i guerrieri germani con i principi giudaici della Legge di Dio, del
Timore alla Giustizia di Dio, ecc.… Come risultato di questo nacque una classe speciale di
Nobili e Cavalieri che, senza perdere il loro valore e audacia, però rispettosi di Dio e dei
suoi rappresentanti, erano condizionati per lanciarsi ciecamente in qualunque avventura
che segnalasse la Chiesa.
I piani della Fraternità Bianca si stanno compiendo in tutte le sue parti. Nell'anno 1000,
dopo aver terrorizzato l'Europa con la "prossimità del giudizio finale" i Golen avanzano a
gran passo pronti a esporre all'Imperatore germanico il loro progetto di ricostruzione del
Impero Romano di Occidente con capitale a Roma e fare in modo che questi accetti di
muovere la capitale dell'Impero dalla sua base in Germania: anche se tale progetto non si
fosse concretizzato, l'idea era già stata lanciata e avrebbe influito durante 250 anni negli
obiettivi imperiali del regno germanico. I dettagli di questo piano si accordarono tra il Re
Ottone il Grande e il Papa Golen Silvestro II,il cui nome era Gerberto di Aurillac (di Reims).
E in questo piano dell'anno 1000, nel compromesso che assumeva l'imperatore di "lottare
contro gli infedeli", specialmente contro i saraceni di Spagna, mediante una "Milizia di
Dio", erano chiaramente abbozzati i concetti delle Crociate e degli Ordini militari 100 anni
prima della loro realizzazione.
Pertanto il successo del piano dipendeva, in tutti i casi, dalla soggezione dell’Imperatore di
fronte all'autorità del papa, dal dominio che la Chiesa poteva imporre sul temperamento
naturalmente indomito dei sovrani germanici. Sarà lì dove si misureranno nuovamente le
forze del Patto Culturale contro il Ricordo incosciente del Patto di Sangue. Per questo i
Golen avrebbero fatto sedere sul Trono di San Pietro un riformatore cluniacense di
impareggiabile fanatismo, il monaco Ildebrando, che passerà alla Storia come il Papa
Gregorio VII, il papa che avrebbe fatto umiliare l'Imperatore Enrico IV a Canossa prima di
revocare la sua scomunica, dimostrando con quello "la superiorità del potere spirituale sul
potere temporale", cioè, sostenendo l'antica falsificazione degli Atlanti scuri e dei