IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 102
le Chiavi del Tempio. Mancava però disporre di una Chiave Finale, un Segreto che
avrebbe permesso ai Golen di portare la loro opera alla massima perfezione. Per questo i
Golen e per Loro, l’Ordine benedettina, contavano con la Parola della Fraternità Bianca
che tale Segreto sarebbe stato confidato loro quando la missione europea fosse stata a
punto di concludersi. Quel Segreto, quella Chiave delle chiavi, consisteva nelle Tavole
della Legge di Jehovà Satanàs, quelle che il Dio Creatore consegnò a Mosè sul monte
Sinai e che dettero la possibilità in seguito ad Hiram, Re di Tiro, di costruire il Tempio di
Salomone, il Tempio dei templi: in esse era inciso, mediante un Alfabeto Sacro di 22
segni, il Segreto del Serpente, cioè, la Più Alta Conoscenza che è permesso raggiungere
all'animale uomo, le Parole con le quali il Dio Uno nominò tutte le cose della Creazione:
con queste Tavole in loro potere, i Golen sarebbero stati in condizione di innalzare il
Tempio di Salomone in Europa, compiendo così con i piani della Fraternità Bianca ed
elevando il Popolo Eletto sul Trono del Mondo. È chiaro che prima di giungere a una così
meravigliosa realizzazione, l’Ordine benedettina avrebbe dovuto risolvere vari problemi: a
parte mettere in marcia il Collegio dei Costruttori di Templi, bisognava creare le condizioni
per cui i popoli dell’Impero Romano avrebbero appoggiato l'esistenza di un Ordine Militare
in seno alla Chiesa Cattolica. Tale Ordine avrebbe avuto una doppia funzione: da una
parte, custodire, nel momento in cui la Fraternità Bianca avesse deciso di consegnarle ai
Golen,il trasporto delle Tavole della Legge, dall’attuale posizione a Gerusalemme fino
all'Europa; e da un'altra parte, servire come forza militare d'appoggio alla Costituzione
della Sinarchia Finanziaria o Concentrazione del Potere Economico, che sarebbe stato
necessario stabilire in Europa come passo anteriore al Governo Mondiale del Popolo
Eletto.
Diciassettesimo Giorno
Portare a termine l'ultima parte dei piani della Fraternità Bianca richiedeva una riforma del
sistema monacale benedettino: bisognava, soprattutto, concentrare la Conoscenza
dell’Ordine e controllare, da quel centro, le principali funzioni culturali d'Occidente. E
quella riforma non si sarebbe fatta aspettare poiché era stata prevista in anticipo, cioè, era
un'alternativa strategica dei Golen; durante il secolo IX, appena morto Carlo Magno e
quando la sua dinastia si apprestava a cominciare una lotta tra fazioni, per le parti
dell'impero, che sarebbe durato 100 anni, già si cominciava a intravedere il cambio:
nell'anno 814, Ludovico Pio, il Monaco, offre tutto il suo appoggio a San Benedetto
d'Aniane per fondare un monastero ad Aquisgrana, dove la Regola benedettina sarebbe
stata applicata con il massimo rigore. Tre anni dopo quel monaco, che era stato inviato
alla corte carolingia dal Papa benedettino Leone III, redatta e pubblica il Capitulare
Monacorum e il Codex Regularum che avrebbe dato fondamento iniziale alla riforma
dell'Ordine benedettina. Ma sarà nel secolo X che l'obiettivo di concentrare la Conoscenza
dell'Ordine si concretizzerà definitivamente con l'occupazione del monastero di Cluny. Il
ritardo si deve imputare alla compatibilità che tale obiettivo doveva avere in relazione con
la sicurezza del Segreto dell'Ordine: i Golen non potevano rischiare, a quest'altezza dei
fatti, un fracasso per imprudenza. Per questo la riforma di Cluny inizia solamente quando
si dispone della sicurezza che non sarà interrotta.