IL MISTERO DI BELICENA VILLCA - prima parte (ITALIANO) IL MISTERO DI BELICENA VILLCA parte 1 - (ITALIANO) | Page 10
Dico "avrei dimenticato" perché la storia di Belicena Villca invase all'improvviso il mio
mondo frastornandolo completamente; conducendomi fino al bordo dell'abisso demenziale
nel quale lei soccombette.
Come dissi, la polizia si disinteressò molto presto del crimine, dopo le dichiarazioni di
rigore prestate nei giorni seguenti, non ci disturbarono più e la vita tornò al suo ritmo
abituale. Il cadavere di Belicena Villca fu sottoposto ad autopsia, la quale solo servì per
confermare quello che già sospettavamo: la morte fu occasionata da strangolamento con
la corda bianca. Siccome non aveva parenti conosciuti, fu inviato un telegramma al suo
unico visitante, un indio chahuanco che viveva, sembrava, nella Provincia di Tucumán;
però al trascorrere un certo tempo senza che questi si presentasse, si procedette alla
sepoltura dei resti in un cimitero locale.
In quei giorni, alla metà di Gennaio, in piena estate del Nord, la mia unica preoccupazione
consisteva nel pianificare le vacanze annuali che cominciavano il giorno venti e si
estendevano fino alla fine di febbraio. Senza dubbio avrei avuto tempo per realizzare
alcune escursioni e preparare gli esami da presentare a Marzo.
Giustamente, in una visita che feci alla Facoltà di Antropologia di Salta per iscrivermi a un
esame finale, incrociai il professor Pablo Ramirez, Dottore di prestigio in Filologia che
conoscevo per aver assistito a uno dei suoi corsi di lingue amerindie. Al vederlo, mi venne
in mente, immediatamente, di consultarlo:
- Buongiorno Dott. Ramirez. Se non vi disturba perdere solo un momento mi piacerebbe
chiedervi una cosa...
- Buongiorno Dott. Arturo Siegnagel - rispose mentre inclinava cortesemente la testa
calva, - Dica pure. -
- Vede Dott. Ramirez, qualche giorno fa è morta una paziente nell'ospedale
neuropsichiatrico dove sono medico e, prima di morire, pronunciò una parola “quechua”,
qualcosa come "pachachutquiy”; io traduco pacha = mondo, chutquiy = smembrare:
ossia smembrare il mondo. Siccome questo non ha senso, mi piacerebbe che voi mi
diceste se esiste qualche altro significato per questa parola. -
Cercavo di non dare informazioni sulla strana morte. Il professor Ramirez ascoltò la mia
traduzione con visibile disappunto.
- Di che parte era nativa la sua paziente? -
- Della Provincia di Tucumán; sembra che sempre abbia abitato nelle valli calchaquí,
anche quando ultimamente aveva viaggiato al Nord, incluso in Perù e in Bolivia. Però di
questi viaggi conosco molto poco infatti non ha mai accettato di commentarli.
- Bene. - disse il dottor Ramirez con impazienza, - come voi sapete il Quechua ha molti
dialetti; però, d'accordo all'affiliazione che mi avete dato, vi suggerisco di considerare
quello seguente: sebbene pacha è il "Mondo", o la "Terra", come in pachamama = Madre
Terra, in quechua santiagueño pacha vuol dire anche "Tempo". In questo dialetto,
“chutquiy” è il verbo transitivo "dislocare", per cui la vostra parola significa "dislocare il
tempo"; o "dislocazione del tempo", in un senso più attuale.