Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 42
svariate
serie),
però
la
principale
caratteristica
di
queste
animazioni
è
che
sono
realizzate
per
persone
mature,
che
si
appassionano
e
provano
delle
emozioni
forti;
ogni
anime
racconta
una
storia,
i
personaggi
al
suo
interno
si
animano
diventando
parte
delle
nostre
vite.
Emozionano
a
tal
punto
che
i
personaggi
diventano
come
delle
persone
reali.
Questa
è
la
differenza
tra
gli
anime
e
altri
tipi
di
animazione,
ci
troviamo
di
fronte
a
opere
piene
di
sentimenti,
negativi
o
positivi
che
siano,
morte,
dolore,
amore,
odio,
tutti
sentimenti
molto
forti
che
in
molti
cartoon
vengono
censurati
e
scartati.
Gli
anime
non
nascondono
nulla,
come
i
manga;
viene
espressa
ogni
situazione,
senza
remore
o
timori,
non
ci
sono
sentimenti
che
danneggiano
gli
spettatori,
gli
anime
sono
la
versione
disegnata
della
nostra
vita.
Le
opere
d’animazione
in
Giappone
sono
realizzate
in
vari
formati:
per
il
cinema
come
i
film
d’autore,
per
la
televisione
come
serie
televisiva
o
episodi
e
più
recentemente
hanno
raggiunto
internet
con
gli
OAV
(Original
Anime
Video).
<<
Quello
cinematografico
è
stato
il
primo
formato
in
cui
si
è
presentata
l’animazione
nipponica,
e
il
primo
anime
ante
litteram
conosciuto
diffusamente
in
Occidente
è
stato
proprio
un
lungometraggio
cinematografico,
Hakujaden
(“la
leggenda
del
serpente
bianco”),
prodotto
dalla
Tôei
Dôga
nel
1958>>
Cfr.
Storia
dell’animazione
giapponese,
Autori,
arte,
industria,
successo
dal
1917
a
oggi,
Guido
Tavassi,
Tunuè,
2012,
p.23
A
oggi
la
produzione
commerciale
di
anime
può
essere
definita
sconfinata,
con
oltre
6000
titoli
realizzati
in
vari
formati,
buona
parte
conosciuta
in
tutto
il
globo
(nel
2004
oltre
il
60%
dell’animazione
in
circolazione
nel
mondo
era
di
produzione
giapponese).
<<
Quello
che
resta
da
chiarire
è
che
gli
anime
sono
costituiti
da
prodotti
e
opere
realizzati
essenzialmente
con
la
tecnica
del
disegno
animato
(oggi
con
inserti,
sempre
più
frequenti,
di
computergrafica):
gli
anime
cioè
vanno
individuati
in
base
a
una
datazione,
a
precisi
formati
produttivi,
a
determinare
strategie
distributive
e
a
una
specifica
tecnica
realizzativa.
Per
quanto
da
anni
anche
i
film
giapponesi
a
disegni
animati
destinati
al
cinema
siano
da
più
parti
definiti
come
anime,
a
mio
avviso
sarebbe
già
più
opportuno
definirli
con
il
nome
“manga
eiga”,
destinato
tradizionalmente
in
Giappone
ai
film
a
disegni
animati;
o,
con
maggior
rispetto
per
la
sostanza
estetica
e
tecnica,
tali
opere,
semplicemente
film
d’animazione,
dal
momento
che
manga
eiga
è
anch’esso
impreciso
poiché
significa
“
film
a
fumetti”>>
Cfr
Il
Drago
e
la
Saetta,
modelli,
strategie
e
identità
dell’immaginario
giapponese,
Marco
Pellitteri,
Tunuè,
2008,
p.106
Come
per
i
manga
esistono
vari
generi
di
anime,
che
fondamentalmente
combaciano
con
quelli
elencati
precedentemente:
Kodomo,
Shônen,
Seinen,
Josei
e
così
via.
Per
creare
un
anime
si
deve
per
prima
cosa
scegliere
il
soggetto
su
cui
lavorare,
per
poi
dividersi
in
gruppi
di
lavoro
e
creare
un
prodotto
finito.
-? Creazione
di
un
soggetto:
si
sceglie
la
storia
da
raccontare.
Esistono
due
tipologie
di
scelta:
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