Il Giornale Democratico Nov/Dic 2018 Il Giornale Democratico NovDic 2018 | Page 7
cerchiamo di stimare, ad esempio,
quanto siamo bravi a giocare a
dama è la metacognizione a
permetterci di farlo. Il possesso di
una
reale
competenza,
al
contrario, può produrre la
distorsione inversa, ovvero una
scarsa percezione, una sottostima
della propria competenza e una
diminuzione della fiducia in sé
stessi, nelle proprie capacità. Non
esiste l’inesperto e l’esperto per
eccellenza. L’effetto Dunning-
Kruger si applica a tutti. Prima o
poi, ad un certo punto della nostra
vita, ci troveremo nella condizione
di non riuscire a giudicare
oggettivamente le nostre abilità.
Bisogna però ricordare che spesso
l’illusione della conoscenza è anche
quella che ci spinge ad
approfondire e a raggiungere la
conoscenza stessa. In altre parole
dovremmo conservare sempre un
grado di incertezza a patto che
quest’ultima si traduca in prudenza
e voglia di confronto, di
arricchimento.
Se
Cristoforo
Colombo non si fosse illuso di
raggiungere le Indie non avrebbe
portato a termine una delle più
importanti scoperte geografiche
della storia.
La libertà di espressione via web
rischia di diventare dannosa
quando abbiamo la possibilità di
affermare una tesi riguardo alla
quale crediamo di essere profondi
conoscitori.
Non
sempre
resistiamo alla tentazione di “dire
la nostra”, di controbattere e
trasformarci in “leoni da tastiera”.
Questo accade anche a causa di
una sorta di autoinganno, il
“Confirmation Bias”. Tendiamo a
restringere la nostra attenzione
solo
alle
osservazioni
e/o
informazioni favorevoli alle nostre
convinzioni, rifiutando di prendere
in
considerazione
quelle
alternative.
In particolare selezioniamo solo le
informazioni che sono coerenti e
avvalorano una sola ipotesi: la
nostra! Si tratta di uno dei più
comuni pregiudizi in ambito psico-
cognitivo che non risparmia
nessuno, indipendentemente da
fattori quali intelligenza o apertura
mentale. Tutti noi siamo inclini a
cercare prove ed evidenze a
sostegno delle nostre convinzioni e
a rigettare quelle contrarie ad esse.
In Italia il 47% degli individui è
analfabeta funzionale. Lo rivela lo
Human Development Report, un
indice calcolato tra i Paesi
dell’Organizzazione
per
la
cooperazione e lo sviluppo
economico (Ocse). Il nostro Paese,
avendo un alto numero di
analfabeti funzionali, si colloca in
una posizione alta in classifica. Ma
cosa intendiamo per analfabeta
funzionale?
L’analfabetismo
funzionale è un fenomeno sempre
più diffuso, secondo cui un
individuo, nonostante possegga le
basi della scolarizzazione, non è in
grado di leggere i termini di un
contratto, di compilare una
Dicembre 2018
domanda di lavoro, di interpretare
o riassumere un testo. Un
analfabeta funzionale è una
persona particolarmente incline a
credere a tutto quello che legge in
maniera acritica, non riuscendo a
comprendere e a valutare ciò che
legge.
Socrate, durante il processo a suo
carico che ne decretò la condanna
a morte, pronunciò la famosa frase
“so di non sapere”, che significa
conoscere l’esatto limite tra
conoscenza e non conoscenza.
Solo riconoscendo il territorio della
conoscenza siamo padroni di quelli
che sono i presupposti del nostro
ragionamento. È fondamentale
porci le giuste domande per far
progredire il nostro sapere poiché
sono le domande ben poste che
muovono lo sviluppo umano. Il
non-sapere è la nostra più grande
ricchezza che dovremmo sempre
difendere e mai prescinderne. È la
chiave di volta che ci rende capaci
di cambiare, di migliorarci e
migliorare il mondo che ci
circonda.
Alburni
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