Il Giornale Democratico Nov/Dic 2018 Il Giornale Democratico NovDic 2018 | Page 5

un “ritorno al passato”, tesi toccate dallo spread, possiamo già confermata dal suo discorso presagire che i prossimi mesi non d’inaugurazione a Washington. saranno felici. Dalla formazione del nuovo governo, il MoVimento 5 Stelle e la Lega sembra che si comportino come un ciclo for in loop (una serie di istruzioni informatiche che, senza alcun vincolo di uscita, continuano a La vittoria di Donald Trump è la eseguire le proprie operazioni base massima spiegazione della “forza” all’infinito): dopo aver mandato dei discorsi populisti, del distacco Forza Italia e il Partito Democratico che riescono a creare verso i partiti all’opposizione, hanno dapprima storici (Trump è sì un repubblicano, preso tempo per la nomina delle ma ha conquistato la candidatura cariche, perdendo così la fiducia da grazie al supporto di Steve Bannon parte dei mercati e degli esecutivi e del “TEA Party”, corrente di europei e successivamente, tra un estrema destra repubblicana nata decreto ed un altro, hanno nel 2009), del saper pizzicare continuato a comportarsi come se l’elettorato sui temi più sentiti, la campagna elettorale non si fosse arrivando anche a travisare la mai conclusa, toccando punti a dir disgustosi con la realtà e le ideologie dei partiti poco (basti pensare al mantra della Lega, strumentalizzazione della tragedia “prima gli Italiani”, dopo anni di del ponte Morandi a Genova, quattro venti insulti gratuiti alla Costituzione e al annunciando ai come la concessione del ponte ad Tricolore). Le domande da porsi in ora sono Autostrade fosse un favore del alla famiglia due: questo “NazionalPopulismo” centrosinistra nonostante che danni porta ai singoli Paesi? E Benetton, che come si può fermare tutto ciò? l’emendamento “Salva Benetton” Se oltreoceano il Presidente Trump fu emesso dal governo Berlusconi continua a vantarsi per la ripresa IV col voto a favore, e dell’economia statunitense, determinante, dell’attuale vice- nonostante ciò sia frutto delle Presidente del Consiglio Matteo politiche di Barack Obama nel 2014 Salvini (con i dem che votarono (e la crescita degli ultimi 18 mesi contro in blocco). del democratico è lì a dimostrarlo), in Italia la situazione è ben peggiore. Dopo soli 6 mesi del governo non è possibile fare un bilancio dell’esecutivo “giallo- verde”, ma dalla sciagurata “manovra del Popolo” (con tanto di esultanza dal balcone per aver contratto un debito sulle spalle degli italiani) fino alle nuove vette Come arginare tutto ciò? Il problema dell’Italia, ad oggi, è una totale mancanza delle opposizioni. Tutti i quattro partiti presenti in Parlamento, ma al di fuori della maggioranza, si trovano a gestire Dicembre 2018 crisi di vario genere, dai minimi storici di Forza Italia fino al traghettamento del PD in vista del Congresso, passando per la quasi dissoluzione di Liberi e Uguali. Nel nostro Paese manca una forza politica che possa bacchettare, almeno per fermare l’afflusso di voti verso i PentaLeghisti, l’esecutivo attuale. Un mese fa, nelle librerie Italiane, è uscito il libro: “La Sfida Impopulista” (editore: Rizzoli), a firma di Paolo Gentiloni. L’Ex Presidente del Consiglio dei Ministri, con alle spalle una lunga carriera nel centrosinistra italiano, analizza il modo migliore per fermare l’emorragia populista: un'unica coalizione liberale, composta dai partiti storici, volta a sfidare il M5S alle prossime elezioni europee, mettendo in risalto tutto i suoi punti deboli e le promesse elettorali non mantenute. Questo fronte centrista, nell’immaginario di Gentiloni, dovrebbe essere guidato dal Partito Democratico e da Forza Italia ma, con la fine “dell’era Renzi” nei dem, e con una deriva sempre più a “sinistra” imposta dal tandem Zingaretti-Martina, tale opzione sembra fallire sul nascere. Quindi all’opposizione, e al Partito Democratico specialmente, resta solo la strada delle manifestazioni in piazza, che sarebbero il segno di un partito che ha voglia di rinascere dalle proprie ceneri perché l’unico, ad oggi, che può provare ad impensierire, nei prossimi 5/7 anni, il tandem giallo- verde. I Nazionalismi a matrice Populista, anche se fortunatamente non Alburni Il Giornale Democratico 4