Il Giornale Democratico Aprile 2019 Il Giornale Democratico Aprile 2019 | Page 4
Oltre alla guglia, il tetto in legno
è
andato
distrutto,
ma
nonostante
il
terrore
e
l’imponenza del fuoco, che in un
primo momento aveva fatto
presagire il peggio, la struttura
portante, la facciata e le torri
sono state salvate dal lavoro
incessante di cinquecento vigili
del fuoco, che si sono adoperati
durante tutta la notte per
limitare i danni nella misura del
possibile.
In 850 anni di esistenza, Notre
Dame non era mai stata colpita
da un incendio, ed era uscita
illesa da entrambe le guerre
mondiali:
quello
che
è
cominciato intorno alle 18 e 50
del 15 aprile scorso, in soli 77
minuti, quasi non le lasciava
scampo. La procura di Parigi ha
aperto
un’inchiesta
per
“distruzione involontaria” ed
attualmente non è nota la
dinamica dell’incidente, ma
secondo i vigili del fuoco le
fiamme si sono sprigionate dalla
colossale impalcatura costruita
tra luglio e novembre dello
scorso anno per eseguire nuovi
lavori di restauro e messa in
sicurezza. E’ un destino beffardo,
quello che vede innescarsi un
incidente una settimana dopo
l’inizio dei lavori, proprio nel
cantiere che aveva il compito di
trasmettere la bellezza e la
maestosità della Cattedrale alle
generazioni future, o un
semplice e colposo “errore
umano”? Certo è che l’incuria e
per certi versi il “disinteresse” da
parte di chi dovrebbe tutelare il
patrimonio hanno fatto la loro
parte. Mi chiedevo, mentre in
diretta passavano le immagini
commoventi di un simbolo che si
distruggeva davanti agli occhi
dolenti e sbalorditi del mondo
intero, se davvero non ci fossero
soluzioni, se fosse possibile
accettare che una Cattedrale
così longeva ed
imponente arda
come un cerino e
non si possa fare
nulla per salvare il
tesoro che essa
rappresenta e che
accoglie.
La risposta è no,
non è possibile né
accettabile in alcun modo. Né è
accettabile che l’interesse da
parte del mondo intero, la
solidarietà, la premura, vengano
fuori sempre e solo a posteriori
di una tragedia. Come ha scritto
Paolo Giordano sul Corriere, è
“un’idiozia credere in qualunque
cosa che somigli all’eternità”: e
ci caschiamo continuamente,
pensando che le cose e le
persone staranno lì per sempre,
rimandando e procrastinando
anche
quando
ormai
bisognerebbe solo “fare”.
Il Presidente francese Macron ha
subito assicurato che la
Cattedrale verrà ricostruita: è
partita immediatamente una
raccolta fondi, alla quale
peraltro stanno già rispondendo
facoltosi finanziatori, come il
miliardario
Pinault,
che
attraverso
un
comunicato
ufficiale ha fatto sapere che la
sua donazione sarà di 100 milioni
di euro.
Chissà quanto sarebbe stato più
nobile e soprattutto utile se
questi finanziatori fossero stati
Gen/Apr 2019
coinvolti prima della tragedia, se
qualcuno tentasse di salvare il
patrimonio culturale europeo
anziché ricostruirlo, se queste
cifre fossero state spese per
mettere in sicurezza un luogo
emblematico, attraversato nei
secoli da oltraggi e mutilazioni,
anziché per andare a colmare
danni che al momento non sono
neanche
lontanamente
quantificabili.
Alburni
Il Giornale Democratico
4