Smile - Italia 2012 - Fiction - 7' 40"
di Matteo Pianezzi
Smile ci mostra un mimo, vestito da
pagliaccio, che ha sempre il sorriso sulle
labbra,
soprattutto
spettacolo
in
durante
strada.
Il
il
mimo
suo
è
sordomuto, ma con la sua forza e la sua
simpatia dimostra come ogni persona
possa esprimersi facendo leva sulle sue
qualità, al di là di ogni impedimento. Il
film mostra con delicatezza il mondo
della sordità e in particolare della
discriminazione di cui sono vittime molte
delle persone che hanno questo problema. Smile non ha toni vittimistici, anzi, offre allo spettatore
molti spunti di riflessione e gli consente di rendersi conto del pregiudizio allo scopo di superarlo,
anche con un semplice gesto di amore quale può considerarsi un colloquio tra un padre e suo
figlio. Una chiave di lettura poetica che incontra l'amore, vissuto nel suo difficile quotidiano. Il mimo
vive in una grande città, dove ha amici e amiche, in particolare la commessa della pasticceria, che
forse prova un sentimento per lui, a cui dona un fiore di plastica; ha anche un figlio, che vive
qualche disagio a causa del suo stesso problema fisico. Il suo spettacolo attira la gente, pur senza
utilizzare le parole, che, come spiegherà lui al figlio, con il linguaggio dei gesti: “le persone dicono
un sacco di stupidaggini, meno male che io e te non dobbiamo sentirle”. Una volta giunto a casa
trova ad attenderlo il figlio, seduto sul divano, con ancora sulle spalle lo zaino della scuola. Il
bambino è triste, non vuole più andare a scuola perché i compagni lo prendono in giro a causa
della sua “diversità”, si è convinto quindi di non essere come gli altri. Il padre, con estrema
dolcezza e soprattutto con verità, gli spiega che lui è un bambino uguale a tutti gli altri, che è
bellissimo, forte e coraggioso. Le sue parole entrano nel cuore del figlio, di nuovo pronto ad
affrontare le difficoltà della vita. Smile più che un cortometraggio sembra un vero e proprio atto di
amore, che in fondo è la chiave di questa storia, come ha affermato anche lo stesso Pianezzi:
"L’amore avvolge lo spettatore come una coperta, coccolandolo, facendolo sentire a suo agio,
libero di emozionarsi”. Il soggetto e la sceneggiatura sono stati scritti dallo stesso Pianezzi, mentre
le belle illustrazioni che impreziosiscono il film sono di Francesco Venturi. Un plauso va riservato al
protagonista Martino Apollonio (ha recitato nell'episodio Cuori randagi del film Eden del regista
Johnny Triviani), a tratti davvero commovente e all'ottima fotografia di Dario Di Mella. (WM)
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