Il Corriere Termo Idro Sanitario Giugno 2025 | Page 24

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TUTORIAL IL VUOTO

Perché si fa il vuoto in un circuito frigorifero e come realizzarlo

FARE IL VUOTO IN UN CIRCUITO FRIGORIFERO, PUÒ DETERMINARE IL SUCCESSO O L’ INSUCCESSO DI UN’ INSTALLAZIONE; MA QUALI SONO I PARAMETRI DA OSSERVARE PER ESSERE CERTI DI AVER REALIZZATO LE OPERAZIONI NECESSARIE IN MANIERA CORRETTA? COSA EVITARE? COME FARE?
di Andrea Verondini

Innanzitutto rispondiamo alla domanda: a che cosa serve effettuare il vuoto in un circuito frigorifero? In primo luogo perché vogliamo utilizzare un refrigerante specifico e non l’ aria e, in secondo luogo( ma non meno importante), perché l’ aria all’ interno dei tubi contiene acqua, che può causare danni molto gravi. Ma l’ acqua non uscirà dalle tubazioni del circuito frigorifero finché si trova allo stato liquido e, quindi, dobbiamo ridurre all’ interno la pressione delle tubazioni finché questa non evapora( fintanto che non passa dallo stato liquido a quello di vapore). Una volta in fase di“ vapore”, può essere espulsa tramite la pompa per il vuoto proprio come un normale altro gas. Quindi per far espellere l’ acqua, contenuta nell’ a- ria, dobbiamo farla bollire riducendo la pressione all’ interno del tubo. Per effettuare il vuoto in un circuito frigorifero immerso in un ambiente a 40 ° C, sarebbe necessario ridurre la pressione a un valore inferiore a 7.405 Pa, permettendo all’ acqua presente nelle tubazioni di iniziare a bollire e trasformarsi in vapore. Tuttavia, questo processo non garantirebbe il livello di disidratazione richiesto. Un vuoto adeguato si ottiene raggiungendo una pressione di circa 80 Pa per grandi impianti e 40 Pa per quelli di dimensioni ridotte. Pressioni così basse non sono rilevabili con un manometro comune; è necessario ricorrere a un vacuometro o a un manometro elettronico. Tentare di misurare tali pressioni con un manometro tradizionale costituisce un errore significativo, sia perché valori così bassi non sarebbero visibili sul quadrante, sia

Componenti necessari per poter eseguire la tripla evacuazione
perché un manometro calibrato in bar non offre l’ accuratezza richiesta per queste misurazioni. A questo proposito, è utile ricordare che 1 bar corrisponde a 100.000 Pa. Inoltre, se la temperatura dell’ ambiente operativo dovesse scendere sotto 0 ° C, l’ acqua si solidificherebbe in ghiaccio, ma il processo di evacuazione potrebbe comunque proseguire grazie alla sublimazione. Quando l’ acqua, in precedenza presente in stato liquido o solido, si converte in vapore, diventa facilmente aspirabile dalla pompa del vuoto insieme all’ aria presente nel sistema. È fondamentale considerare che l’ e- vaporazione dell’ acqua si verifica nel momento in cui la pressione interna del sistema si equilibra con quella corrispondente alla temperatura di saturazione. Successivamente, quando l’ acqua si trasforma in vapore, diventa essenziale rimuoverne la quantità massima possibile. Nei sistemi compatti di climatizzazione e refrigerazione, questo obiettivo viene generalmente raggiunto attraverso l’ adozione di un approccio ottimizzato, specificamente progettato per impianti di dimensioni ridotte con unità integrata.
LA PROCEDURA

Attenzione alle variazioni di temperatura

Una volta posati i tubi e collegati al circuito frigorifero, è necessario pressurizzare il sistema al valore di progetto per verificare eventuali perdite o deformazioni permanenti. A tale scopo viene utilizzato azoto con una purezza del 99,999 %, lasciato nel circuito frigorifero per non meno di 24 ore alla pressione massima consentita che è indicata sui dati matricolari dalla la sigla PS. Durante questo periodo la pressione deve rimanere costante per garantire che non vi siano perdite o deformazioni permanenti. Se non sono presenti perdite o deformazioni permanenti, si può evacuare il sistema e collegare una pompa per vuoto. Tuttavia, variazioni di temperatura possono essere fuorvianti, quindi è importante ricordare che se la pressione cambia ciò non determina con certezza la presenza di una perdita, ma, al contrario, tale scostamento potrebbe essere stato determinato da una variazione di temperatura.
LA TRIPLA EVACUAZIONE Con questo termine si indica una tecnica comunemente impiegata per assicurare un adeguato livello di disidratazione nei piccoli impianti. Nell’ immagine di figura 1 viene rappresentato un impianto frigorifero nei suoi componenti principali. Collegati al rubinetto d’ aspirazione si trovano:- una pompa da vuoto dotata di vacuometro;- una bombola di azoto anidro munita di riduttore di pressione;- una bombola di refrigerante già posizionata sulla bilancia. Si consideri un ambiente a 24 ° C on cui viene utilizzato l’ R134a dopo che le
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