Il Bagno Oggi e Domani Giu/Lug 2025 | Page 25

LA RIVOLUZIONE DELLA CERAMICA È NEGLI SPIGOLI namente le nostre miscele, partendo dai pigmenti puri per creare tonalità uniche. Non esiste, da noi, un generico“ bianco opaco”: esiste“ Latte”, che ha un effetto ottico e tattile particolare, irripetibile. Questa attenzione al dettaglio, all’ esperienza sensoriale, fa parte del nostro DNA.
Dalla Fabbrica al Prodotto Materiali Pensanti

LA RIVOLUZIONE DELLA CERAMICA È NEGLI SPIGOLI namente le nostre miscele, partendo dai pigmenti puri per creare tonalità uniche. Non esiste, da noi, un generico“ bianco opaco”: esiste“ Latte”, che ha un effetto ottico e tattile particolare, irripetibile. Questa attenzione al dettaglio, all’ esperienza sensoriale, fa parte del nostro DNA.

Processo produttivo di Flaminia a Civita Castellana( VT)
• Dipendenti: circa 130
• Fatturato: 65 % in Italia, 35 % estero
“ La ceramica è un materiale antico, con un’ essenza da preservare gelosamente e tanto potenziale ancora da esplorare”. Francesco Bravini, Export Manager e Marketing Director di Flaminia, ne è convinto e racconta la sua idea di evoluzione della ceramica sanitaria attraverso innovazioni produttive, sperimentazioni cromatiche e occhi puntati sulla sostenibilità.
Flaminia è stata tra le prime aziende a portare il design nella ceramica sanitaria: con quale nuovo approccio alla materia ceramica? Nel settore della ceramica sanitaria le materie prime sono rimaste sostanzialmente le stesse, eppure il nostro lavoro ha subito un’ evoluzione profonda. Il design ha posto sfide nuove, in termini di forme, proporzioni, dettagli. I materiali sono stati spinti oltre limiti impensabili fino a qualche decennio prima. Basti pensare al nostro primo lavabo quadrato realizzato con angoli vivi, disegnato da Giulio Cappellini e Roberto Palomba nel 1998... un’ eresia all ' epoca, la ceramica non poteva avere spigoli! Acquagrande è stato uno spartiacque. Da lì in poi è iniziato un continuo processo di superamento dei confini, sia tecnici sia culturali.
Quanto ha inciso questa spinta innovativa sui processi produttivi tipici della ceramica? Il design ha cambiato tutto, dalla modellazione alla realizzazione degli stampi. Le nostre pratiche produttive e le competenze degli operatori si sono dovute adattare ed evolvere. I manufatti sono molto più delicati e complessi rispetto a quelli degli anni’ 50 o’ 60 e il know-how delle figure professionali è cresciuto enormemente. Oggi gli stabilimenti sono popolati da ingegneri e architetti: professionisti che padroneggiano strumenti digitali, automazione, elettronica avanzata. È una trasformazione che ha richiesto aggiornamenti continui e una mentalità aperta alla sperimentazione.
Dopo gli spigoli è arrivato il colore. Quanto ha inciso e quanto incide sui materiali tradizionali? Il colore, nella ceramica, arriva quasi alla fine del processo produttivo: non modifica la struttura del materiale, ma ne esalta la personalità. Flaminia ha scelto però di non limitarsi a utilizzare smalti già disponibili sul mercato. Abbiamo sviluppato inter-
Il colore ceramico presenta limiti tecnici? Sì, legati alle temperature e alla natura dei materiali. Alcuni colori molto accesi – come il rosso Ferrari – non sono ottenibili nel ciclo standard. Servono processi alternativi come la decalcomania o doppie cotture. Tuttavia, il potenziale cromatico resta vastissimo, se si conosce a fondo la materia.
Ci sono margini per rinnovare le formule produttive in chiave green, magari riducendo gli spessori? Lavoriamo sull’ ottimizzazione, recuperando tutto il possibile. Spessori e forme non si possono ridurre arbitrariamente: la porcellana nasce da una trasformazione che avviene solo ad altissime temperature. Il calore in eccesso dei forni, però viene riutilizzato in altri stadi produttivi. Ricicliamo il 100 % del materiale crudo e parte dei pezzi cotti difettosi, destinandoli anche ad altri usi. La ceramica è un materiale nobile, ma energivoro: i forni a gas restano accesi quasi tutto l’ anno, con cicli di 30 ore a 1280 °-1300 °. Una nota dolente, ancora inevitabile. Per questo investiamo su fotovoltaico per l’ elettricità e multiriciclo dell’ acqua, riutilizzando l’ 88 % del totale.
Nel vostro futuro, la ceramica resta insostituibile? Secondo me sì. Non esiste in natura: è un equilibrio perfetto creato dall’ uomo, tra acqua e terre, che diventa porcellana solo dopo una precisa alchimia. Nessun altro materiale – acciaio, resine – offre la stessa resa nei sanitari. La ceramica resterà il cuore del nostro mestiere; dobbiamo migliorare i processi, senza tradirne l’ essenza. È una sfida complessa, che siamo pronti ad affrontare.
FRANCESCO BRAVINI Export Manager e Marketing Director
È impensabile immaginare un materiale alternativo alla ceramica per la produzione Flaminia. È invece necessario massimizzare la sperimentazione per ottenere una ceramica sempre più performante e sostenibile.