Primo Piano / Compassin ma risulta evidente diventando l’ unico neo di un progetto studiato nei minimi dettagli;
• Mancata durata nel tempo. Significa realizzare un progetto che sappiamo per certo essere destinato a degradarsi dal punto di vista estetico ma anche funzionale. Dopo qualche apertura si creano nuove crepe e saltano via pezzi di finitura: per te come progettista significa non poter garantire un’ estetica impeccabile permanente;
• Difficoltà di posa in opera: nell’ ottica della gestione del cantiere questo aspetto ha una certa rilevanza in quanto determina spreco di tempo e difficoltà nella gestione delle fasi dei lavori.
Posa in opera di una grande botola d’ ispezione
Apertura della botola durante l’ ispezione dell’ impianto
Esempio di impianto di VMC ispezionabile grazie alla botola
ARCHITETTO E COMMITTENTE SODDISFATTI Trattandosi di limiti ben noti, diversi professionisti del settore hanno optato per l’ alternativa più nota al cartongesso, vale a dire una soluzione del falegname realizzata ad hoc. A volte però i risultati di queste chiusure sono deludenti, per i seguenti motivi:
• legno e MDF non resistono a lungo alla presenza di umidità o acqua, con conseguenti deformazioni;
• l’ artigiano falegname non è un esperto di finiture d’ interni e costruzioni a secco, trattandosi di ambiti al di fuori delle sue competenze, per cui la chiusura artigianale difficilmente potrà essere perfettamente integrata nel controsoffitto;
• si tratta di soluzioni spesso realizzate sul momento senza nessuna garanzia di funzionalità nel tempo. Per questi motivi tanti progettisti arrivano a vedere le chiusure per impianti, qualunque esse siano, come la rovina del loro progetto. Ma l’ impiantistica è sempre più presente e all’ avanguardia nelle case. Così come si dà importanza a ciò che va vicino ai muri, un’ attenzione a ciò che va dentro i muri permette di evitare perdite di tempo in cantiere e insoddisfazione a lavori finiti. Le chiusure per impianti dovrebbero essere considerate come parte integrante della finitura piuttosto che un mero elemento tecnico. Delegando la scelta a chi eseguirà i lavori non si avrà il controllo su ogni dettaglio del progetto.
Ecco allora una piccola guida di cosa il progettista deve sapere, fare e considerare per evitare che le chiusure per impianti diventino il neo del progetto della sala da bagno o dell’ intera abitazione: 1. Collaborare fin dall’ inizio con impiantisti e maestranze nella gestione e progettazione degli impianti presenti e delle loro chiusure; 2. Considerare dimensioni e posizione degli impianti all’ interno della stanza, coordinando la botola con elementi come punti luce e arredi. Questo permetterà di evitare asimmetrie o altri contrasti. 3. Considerare i materiali adatti alla chiusura, evitando il cartongesso e le soluzioni improvvisate realizzate in materiali lignei. In questo modo l’ abitante di casa potrà fruire di una sala bagno gradevole, funzionale e che non si trasforma in cantiere a ogni ispezione. Mentre l’ architetto non vedrà il proprio lavoro rovinato dalla presenza di impianti, ma al contrario avrà soddisfatto il committente finale e realizzato un progetto curato davvero in ogni dettaglio.
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