B CRITIC
SALONE E DINTORNI: LA NECESSITÀ DI ALZARE LO SGUARDO
Gli eventi del 2025 si sono conclusi e le valutazioni possono essere molteplici. Il primo dato scontato da cui partire sono le mutate condizioni complessive: da una parte le logiche omologanti della globalizzazione dal punto di vista delle strategie, della comunicazionedistribuzione e del prodotto; dall’ altra l’ oggettiva crisi permanente( bellica, sanitaria, speculativa, etc.) di un modello di internazionalizzazione accentratore e oligarchico, assieme alle difficoltà del“ capitalismo tascabile” made in Italy.
di Alberto Bassi
I brand delle tre A( arredo, alimentazione, abbigliamento) sono perlopiù transitati all’ interno di gruppi finanziari che rispondono prioritariamente nel breve periodo agli azionisti, privilegiando la risposta stilistico-linguistica alle( presunte) richieste di mercato, oppure la rassicurante riproposta di evergreen del passato o alla loro imitazioneispirazione, piuttosto che la ricerca del vantaggio competitivo determinato da ricerca, innovazione e design, che hanno storicamente caratterizzato la manifattura italiana. Da diversi decenni ormai l’ avvento di una nuova dimensione tecnologica e digitale ha aperto a rinnovate prospettive di progetto, produzione, distribuzione, comunicazione, di necessità di gestione integrale del ciclo di vita dei prodotti. Nel frattempo, sono cambiate molto anche le persone e il pianeta; diversi sono i sistemi di valori, non solo delle giovani generazioni. Ma non stiamo ancora ragionando in questa logica. Dentro l’ attuale mutato contesto le aspirazioni dimensionali del Salone sono state ridimensionate, con una forte riduzione del numero degli espositori, fra l’ altro per il concomitante fenomeno dell’ apertura di molti punti vendita e / o interi edifici monomarca( e sono in arrivo quelli dei cinesi!), come da tempo accaduto per la moda, anch’ essa atterrata da diversi anni al Salone. Il fuori salone, più o meno“ districtualizzato”, si è popolato di una quantità ingestibile di iniziative che privilegiano la forma del rito, della vernice e della festa( certo legittima) a scapito del contenuto da presentare. L’ analisi di elementi della condizione globale e delle ricadute milanesi – e sugli oggettivi limiti di contenuti, prodotti e significati – è obbligata per capire da dove e come ricominciare e rilanciare. Perché alla fine i designer e le imprese responsabili che il nostro tempo richiede, hanno a che fare con la cultura, la riflessione sui significati, su necessità, desideri e immaginari valoriali-simbolici delle persone e del mondo di cui il progetto è in grado di fornire idonea sintesi e rappresentazione. Da qui serve ripartire; bisogna capire come, ma assieme, Sistema del design, luoghi della formazione e della ricerca, imprese e istituzioni. Prima, durante e dopo il Salone del mobile.
Alberto Bassi
Alberto Bassi si occupa di storia e critica del design, è professore ordinario all’ Università Iuav di Venezia e delegato del Rettore alla Comunicazione. Coordina il corso di laurea magistrale in Product, visual e interior design. Fa parte del Comitato Scientifico dell ' Archivio Progetti Iuav, nonchè di collane di volumi e riviste scientifiche di design. Ha collaborato con riviste di settore e ha scritto numerosi libri, fra cui, La luce italiana( Electa, 2004), Design anonimo in Italia. Oggetti comuni e progetto incognito( Electa, 2007); Food design in Italia. Il progetto del prodotto alimentare( Electa, 2015), premiato con il Compasso d ' oro ADI nel 2108; Design contemporaneo. Istruzioni per l ' uso( Il Mulino, 2017). È Presidente del Comitato Scientifico del cluster tecnologico nazionale MinIt-Made in Italy ed è fondatore della Rete Innovativa Regionale del Veneto Face-Design, di cui è coordinatore scientifico. Ha fatto parte di progetti di ricerca nazionali e internazionali; attualmente coordina la presenza dell’ ambito di design Iuav dentro l’ ecosistema dell’ innovazione Inest-PNRR.
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