Attualità / KBIS 2025
Global Connnect: un ponte per le relazioni commerciali internazionali Global Connect è un programma strategico di servizi, nato in seno all’ associazione NKBA( the National Kitchen & Bathroom Association, promotrice di KBIS) per facilitare opportunità di business globali nei settori della cucina e del bagno e per creare possibili nuove sinergie tra le industrie internazionali:“ un catalizzatore per una comunità globale più connessa, informata e consapevole” lo definiscono Veronika Miller e Sherry Qualls, promotrici e coordinatrici del programma. All’ interno di KBIS, Global Connect ha offerto al pubblico e alla stampa molti momenti di formazione e networking, su vari temi come i trend dominanti negli Stati Uniti, le strategie di distribuzione e di branding, le best practices per affrontare il mercato locale, con esperti internazionali.“ No feel & look ma servizi concreti” è stato in sintesi il messaggio, evidenziando l’ importanza cruciale del servizio clienti, dell’ adattamento alle specificità del mercato locale e dell’ importanza della presenza fisica sul territorio. Ampio spazio è stato dato anche all’ analisi dell’ evoluzione del design contemporaneo, sottolineando il ruolo essenziale dei designer d’ interni nel migliorare la qualità della vita e la sostenibilità degli ambienti e delle abitudini.
Italia, un partner strategico per il settore k & b Leggendo la cronaca recente non è facile“ comprendere” un titolo così netto e positivo, che riflette però fedelmente il valore della sinergia a cui si sta lavorando da mesi per creare interessanti connessioni e opportunità di mercato sull’ asse Italia-Nord America: a KBIS l’ Italia ha avuto davvero un ruolo di primo piano, dato dalla presenza di molti espositori e di molte istituzioni, che abbiamo intervistato.
Elia Vismara, Presidente di Assobagno di FederlegnoArredo, ha raccontato che l’ adesione di Assobagno al programma Global Connect è nata dal desiderio di compiere innanzitutto una missione esplorativa, per conoscere meglio la realtà KBIS e avvicinarsi al mercato americano, percepito come un po’ complesso sul piano merceologico.“ Il bagno americano è al momento diverso dal punto di vista estetico e funzionale da quello europeo e italiano- ha dichiarato.- La cabina doccia, ad esempio, nelle case americane non è ancora considerata un elemento d’ arredo. Le dimensioni sono molto grandi, chiuse talvolta da tende o da strutture metalliche visivamente ingombranti, lontane dalle nostre scelte minimaliste. Il mercato si sta lentamente evolvendo, aprendosi a uno stile più vicino al nostro e questo lascerebbe tantissimo spazio ai produttori italiani”. Elia Vismara ha poi evidenziato che le aziende italiane interessate al mercato statunitense, dovranno fare investimenti importanti, con la consapevolezza che ci vorrà del tempo prima di ottenere dei risultati significativi.“ Negli ultimi anni la concezione della casa è cambiata per gli americani- ha ripreso.- Un tempo le persone cambiavano casa con molto disinvoltura, portando con sé l’ essenziale. Oggi, invece, per tante ragioni di tipo economico, ma anche per l’ effetto psicologico generato dalla pandemia, anche qui la casa non è più percepita come un bene provvisorio, ma merita investimento di tempo e denaro. Come Associazione è importante monitorare un mercato così grande e presidiarlo per fare da antenna per le imprese associate, perchè possano sfruttare il loro asset principale, ossia la capacità di essere flessibili e di adattarsi alle specifiche esigenze del mercato di riferimento.”
Angelo Dall’ Aglio, direttore generale di Cersaie, in rappresentanza di Confindustria Ceramica ha accompagnato la collettiva di aziende del distretto ceramico organizzata con ICE.“ È interessante questa modalità espositiva che vede insieme produttori, distributori e componentisti, così come è interessante il peso specifico che viene dato all’ architetto, che gli americani chiamano designer, una figura fondamentale che progetta spazi e disegna molto spesso anche gli arredi, lavorando a stretto contatto con la distribuzione, perchè la scelta del materiale diventa fondamentale. Le aziende italiane presenti alla collettiva sono state formate e informate: in questo contesto è importante presentarsi con una chiara consapevolezza dei servizi e delle collezioni da offrire. Molte di queste aziende, peraltro, producono già negli USA e quindi conoscono bene il mercato, altre invece sono interessate a testarlo. La fiera è molto viva e dimostra che c’ è una forte voglia di partecipare ai grandi eventi”.
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