I Quaderni della Consapevolezza Comunicare per costruire ponti | Page 19

Famosa la frase di Ruth Cohn che afferma "Disturbances have priority - ciò che disturba ha la priorità", infatti se qualcosa cattura la nostra attenzione o occupa la nostra energia interna, nel bene o nel male, non possiamo pensare di interagire liberamente con gli altri, in quanto la nostra energia interna è impegnata altrove! L'energia delle tensioni reciproche è stata sciol- ta, perché ci si è compresi a vicenda, a questo punto si può proficuamente, e con un riacqui- stato rispetto reciproco, affrontare il tema del- l'incontro. Nell'esempio fatto, abbiamo toccato la realtà del soggetto, dell'altro e infine del tema vero e pro- prio. A questo si aggiunge l'attenzione per l'am- biente, rappresentato dal cerchio che sta attorno al triangolo. Per esempio se la stanza si dovesse raffreddare più del necessario - bisogna poterse- ne accorgere e reagire, chiudendo la finestra. Se la stanza dovesse diventare troppo rumorosa, perché fuori succede qualcosa che produce rumore - bisogna essere consapevoli del distur- bo e reagire, cambiando stanza. Ruth suggerisce quindi di informare, di comuni- care la propria situazione interiore così da libe- rare quell'energia emotiva che, altrimenti, sareb- be rimasta bloccata e impedirebbe un proficuo incontro, dare quindi spazio anche agli altri di comunicare la loro situazione, e poi trovare - insieme - il modo di continuare con l'incontro con lo scopo che ha portato insieme. Chiaramente senza dimenticare di essere attenti alle esigenze dell'ambiente in cui ci si trova - rap- presentate dal cerchio. Molti si lamentano del fatto che queste tecniche sembrano togliere la spontaneità, tuttavia è così solo all'inizio, quando si deve ancora imparare come rapportarsi. Ci si deve abituare ad essere consapevole di ciò che succede dentro di sé, agli altri, alla situazio- ne e all'ambiente, insegnando sì a definirsi', ad affermarsi', ma anche ad interagire con la defini- zione altrui, per trovare uno spazio comune di intesa e supporto. Facciamo un esempio su come può funzionare questo metodo. Devo incontrarmi con una persona per un appuntamento di lavoro, sono in tensione per- ché, dopo questo incontro, ho ancora una serie di impegni da gestire e sento di non avere abba- stanza tempo a disposizione. Arrivo all'appunta- mento in orario e l'altra persona non c'è ancora. La mia tensione interiore aumenta, non so se farò poi in tempo a fare tutto. Finalmente la per- sona arriva, ci sediamo e, in teoria, dovremmo iniziare subito a lavorare - invece, prima di farlo ci concediamo un attimo di riflessione, poi uno dei due comunica la sua situazione interiore. Una specie di danza che, pur seguendo il pro- prio ritmo, permette di danzare in armonia con gli altri e la situazione. Non c'è prevaricazione ma la ricerca di un ritmo più globale. Troppo spesso, invece, accade che è quasi una gara a chi riesce a dire di più, e si perde così il senso della parola - visto che non c'è lo spazio per ascolta- re, riflettere su ciò che è stato detto e poi rispon- dere portando nuovi spunti! Io, per esempio posso dire: "Sono in tensione, ho veramente poco tempo, temo di non farcela a sbrigare tutto con te, eppure dovremmo, inol- tre non vorrei dover arrivare in ritardo ai prossi- mi appuntamenti." Comunicare, come abbiamo visto, non è solo esprimere la propria realtà ma anche e soprattut- to ascoltare la realtà degli altri, miscelarla con la propria per ampliare, così, la propria visione e trovare quindi motivi, impulsi di nuova crescita per entrambi. L'altro potrebbe a sua volta comunicare di esse- re ancora tutto trafelato per la corsa che è stato costretto a fare, c'era un incidente e la strada era bloccata, lui è rimasto in colonna, imbottigliato e sempre più teso per il ritardo - tuttavia il lavo- ro ora dovrebbe essere fatto. La tragedia avviene quando si vuole imporre la propria realtà soggettiva come realtà unica! 17