I Quaderni della Consapevolezza Comunicare per costruire ponti | Page 18
Forse prima avrei avuto timore di esternargli il
mio desiderio. Probabilmente sarei rimasta a
casa da sola e mi sarei impegnata a imparare ad
apprezzare la mia solitudine. In seguito, parlan-
do con il mio partner, avrei provato risentimen-
to, pur senza ammetterlo né a me stessa né a lui.
Egli avrebbe percepito comunque questa sensa-
zione e avrebbe provato sensi di colpa e di ran-
core nei miei confronti. Oggi, si sta dando sempre più importanza alla
comunicazione. Tutti hanno imparato, chi più
chi meno, a esprimere la proprie opinioni, le
proprie esigenze, o, al limite, sanno di poterlo
fare. Tutti parlano, ma spesso è una cacofonia
crescente che ricorda la torre di Babele, perché,
nonostante tutto 'sto parlare, pochi, si compren-
dono, pochi infatti si ascoltano e interagiscono
gli uni con gli altri.
Tutto ciò sarebbe venuto fuori molto dopo,
quando, durante una lite, io avrei potuto dire:
"Non ti preoccupi più delle mie sensazioni, non
vuoi mai stare con me." In questo caso gli avrei
comunicato col pensiero di ritenerlo inconscia-
mente responsabile della mia felicità. Ora, fortu-
natamente, sarei più esplicita sin dall'inizio.
Direi: "So che hai altri programmi, ma mi sento
sola in questo momento e desidero proprio che
tu trascorra la serata con me." Assumendomi la
responsabilità di chiedere quel che desidero, mi
prendo realmente cura di me stessa, anche se
chiedo un sacrificio al mio partner. (…) E il mio
partner è libero di rispondermi schiettamente.
Se mi accontenta è la ciliegina sulla torta. Se non
lo fa potrei sentirmi ferita e triste, comunicherò
le mie sensazioni (in modo da avere un rappor-
to chiaro con me stessa) e utilizzerò quindi quel-
la serata come un momento per guardare a
fondo dentro di me." La psicologa Ruth Cohn che ha creato il meto-
do psicologico della "Interazione Accentrata sul
Tema" (Theme Centered Interaction - TCI), lo
espone con un grafico: un triangolo dentro ad
un cerchio.
Il cerchio rappresenta l’ambiente, lo spazio, in
cui ci si trova. A una punta del triangolo sta "il
soggetto", ad un altro stanno "gli altri", ovvero
l’interlocutore, alla terza punta sta "il tema o la
situazione" che ci porta a essere insieme.
Tutt'intorno, il luogo in cui ci si trova.
io
Bisogna essere in grado di riconoscere le proprie
emozioni e i propri desideri, senza per questo
sentirsi "egoisti"! Spesso, l'educazione ricevuta
ci porta a sentirci colpevoli di egoismo se diamo
ascolto alle nostre esigenze. Qui però si tratta,
invece, di dare ascolto a questi nostri moti inte-
riori, per riconoscerli e metterli quindi "sul tavo-
lo" esprimendoli, per iniziare poi a costruire una
interazione, con i moti interiori dell'altro,
anch'essi espressi e messi "sul tavolo"!
Riconoscere i nostri desideri è, in fondo, ricono-
scere le nostre emozioni e permetterci di lavora-
re su di esse per accettarle e realizzarle o per
migliorarle - perché non tutti i desideri/emozio-
ni devono o possono essere realizzati, tuttavia
devono essere compresi e gestiti - indirizzando-
li o lasciandoli andare.
l’altro
il tema
- Il metodo TCI vuole i