I Quaderni della Consapevolezza Comunicare per costruire ponti | Page 17

Gli altri o l'altro ascoltano, ma l'ascolto deve essere attivo, partecipativo. Spesso chi ascolta lo fa in modo di carpire i punti deboli del discorso altrui, che gli permetteranno poi di ribattere con efficienza e "vincere" sull'altro, imponendogli la propria opinione. Questo non è ascolto attivo, è distruttivo perché si basa su come annullare il messaggio dato dall'altro. I politici (ma anche i dottoroni e quei personaggi un po' gonfiati) fanno in genere bella mostra di questo tipo di relazione che porta a scontri retorici infiniti. Comunicare - nell'azione di ascolto - significa accettare di comprendere lo stato d'animo del- l'altro. L’ A RT E D I C O M P R E N D E R S I L'esistenza del singolo è sterile e anche tragica, se non si mette in rapporto dinamico con la real- tà che gli sta attorno, in rapporto sinergico, un dare e un avere organico, supportato dalla capa- cità di comunicazione. La comunicazione è un incontro-scambio tra due realtà che si rapporta- no. Ma, per poter comunicare, è fondamentale essere consapevoli della propria situazione indi- viduale, accettarla quale è ed essere disposti che l'altro interagisca con essa. Il cammino inizia dapprima con la consapevo- lezza di cosa si muove dentro di noi e cosa l'ha provocato, in modo che, consci di questi moti interiori possiamo rapportarci agli altri proteg- gendo e supportando il nostro spazio e, al con- tempo, rispettando lo spazio degli altri. C'è un magnifico "esercizio" che aiuta a comunicare meglio: si parla con l'aiuto di un "testimone", cioè si tiene in mano qualcosa, un oggetto qual- siasi, che comunque sia stato accettato da tutti come simbolo del potere di parola che uno ha nel momento che lo tiene in mano. Poi, chi ini- zia a parlare lo fa usando la prima persona e rife- rendosi al proprio modo di percepire le situazio- ni, alle proprie sensazioni ed emozioni in rap- porto al suo interlocutore. - L'ascolto attivo è costruttivo, vuole compren- dere le ragioni che l'altro porta, vuole compren- dere lo stato interiore dell'altro e capire cosa l'al- tro vuole comunicare. L'ascolto è con una aper- ta e disponibile partecipazione emotiva. Infatti, quando poi il testimone passa a chi dovrà rispondere, prima di farlo, questo "rac- conterà" col cuore ciò che ha compreso del messaggio che gli è stato lanciato. Ritornando allora alla frase esempio di prima "Io mi sento ferito quando mi si grida a quel modo... " chi ora risponde potrebbe interagire dicendo "Ho com- preso che il mio modo di fare ti ha ferito... " poi si potrà passare a esporre il proprio stato inte- riore che ha condotto, magari, a un atteggiamen- to del genere. Così facendo si dimostra che il messaggio è arrivato, è stato compreso e questo apre l'interlocutore ad ascoltare, in quanto sa che è stato compreso! In genere siamo abituati a esprimerci facendo cadere sugli altri la responsabilità dei nostri stati d'animo "Non capisci niente, sei un arrogante insensibile... " tanto per citare un tipico approc- cio, tuttavia, per esprimersi in modo corretto e produttivo si dovrebbe invece dire: "Io mi sento ferito quando mi si grida a quel modo... " - Questa presa di coscienza dà inizio a un rap- porto che si evolve e cresce proprio grazie allo spazio che faccio alla realtà individuale delle per- sone con cui mi trovo e, in questo incontro, pur asserendo la mia situazione, riconosco e intera- gisco con quella altrui. Parlando in modo personale non si cade nella reazione aggressiva che, a sua volta, provoca un'ulteriore reazione aggressiva di risposta. Comunicare - nell'azione del parlare - significa accettare le proprie vulnerabilità e far così com- prendere all'altro il proprio stato interiore. Nel libro di Shakti Gawain "Vivere nella luce" viene riportato un bell'esempio di buona comu- nicazione: "Immaginate che io mi senta sola e desideri che il mio partner trascorra la serata con me, benché io sappia che ha altri programmi. - Chi ha in mano il testimone parla e comunica in prima persona il suo stato interiore e non attacca l'interlocutore. 15