I PIACERI DELLA VITE NUMERO 3 - LUGLIO 2017 | Page 45

Di storia ce n’è veramente tanta che non si finirebbe mai di narrare; dall’in- novativo impiego delle tecniche fran- cesi di vinificazione ed affinamento, mutuate da madamigella Elisabetta Gervais, che ha consentito nei secoli successivi, di attribuire al conte Oudar il merito di aver trasformato un vinello dolce e frizzante, nel superbo “vino dei re”, sino alle gradi operazioni di mar- keting impiegate da Juliette Colbert, tra i notabili delle varie corti europee per far conoscere ed apprezzare il suo straordinario nettare. Se, dunque, è questa la testimonianza storica che ancora si racconta durante i corsi didattici, è dato indiscusso che il diffuso successo di questo gioiello enoico piemontese, che consente, tra l’altro, di qualificarlo come uno dei vini più conosciuti al mondo, è indubbia- mente mente dovuto anche alla grande co- municazione che di esso è stata prati- cata nel corso dei secoli, a partire dall’opera di promozione ed impulso del Conte Camillo Benso di Cavour, sino ad arrivare all’impegno dei vi- gnaioli contemporanei che, ogni gior- no, continuano a raccontare la “loro“ storia d’amore. Nell’attuale contesto storico, gli anti- chi racconti del 1800 sono destinati ad incrociarsi con la storia della famiglia Abbona che, con pochi soldi e molte cambiali, acquisì il marchio “Marchesi di Barolo” dall’Opera Pia fondata da Juliette Colbert. Una gravosa missione fu quella per gli Abbona, i cui caposti- piti consacrarono se stessi all’impresa, ed in parte sacrificarono anche impor- tanti scelte di vita in funzione di un maestoso progetto. A partire dal pioniere Pietro, definito vero e proprio patriarca del barolo, unico proposito degli Abbona è sempre stato quello di tramandare la storia di Le spettacolari botti nelle cantine (visitabili) del XIX secolo della famiglia Abbona, racchiudono passato e presente del Barolo, per oltre 150 anni di storia. 45