una cantina relativamente giovane. Marisa Cuomo e suo marito infatti iniziano a produrre solo nel 1980. Una storia che si ripete, se vogliamo, fatta di persone giovani che assorbono l’ antica sapienza dei loro avi e la reinterpretano in chiave moderna per produrre grandi vini. Le uve con cui Marisa Cuomo assembla i suoi gioielli sono i classici frutti più pregiati della costiera: in primis c’ è il Piedirosso( che qui chiamano il Per‘ e Palummo), poi il Fenile, il Ginestra, il Ripoli, il Biancolella, oltre a Falanghina e ad Aglianico. Ci è impossibile resistere al celebre Furore Bianco“ Fiorduva”, blend di Fenile 30 %, Ginestra 30 %, Ripoli 40 %, ottenuto da viti che hanno in media 80 anni, dalla resa bassissima. Una vendemmia tardiva, con l’ uva che viene portata faticosamente a spalla in cantina e poi sottoposta ad una pressatura soffice. A seguire c’ è l’ acciaio e un assaggio di barriques per 6 mesi. Ultimo step ovviamente in bottiglia, dove il Fiorduva pazienta per almeno 10 mesi prima di poter essere stappato. Questo è un bianco che ti sorprende: avverti sfumature di ginestra, di zafferano, di frutta secca, tutte cose che non ti aspetti, insieme ad una freschezza unica. In bocca poi colpiscono le spezie, delicate ma presenti, e la grande eleganza. Insomma eravamo partiti assetati e vogliosi di un bianco che ci liberasse dalla fatica e abbiamo trovato un vino elaborato, pieno di sorprese e che ci lascia a meditare. Questo è il vino perfetto per regalarsi una spremuta di costiera, guardando il mare, possibilmente in silenzio, e perdersi nei colori del tramonto. E se qui il tempo sembra fermarsi, mentre l’ anima e gli occhi si stanno rimpinzando di sfumature indescrivibili a parole, lo stomaco invece inizia a reclamare, ricordandoci che è ormai ora di cena. Riscendiamo così da Furore con un occhio alla strada e l’ altro al mare, che nel frattempo da turchese diventa sempre più rosso. Faticosamente, tornante dopo tornante, arriviamo a Praiano. In linea d’ aria sarebbe a meno di un km, ma qui è così, ogni cosa te la lllll devi sudare. La nostra destinazione è la Trattoria“ da Armandino”. Si passa dalle altezze di Furore fino ad un fiordo sotto il livello della strada, dove Armandino, vecchio pescatore autoctono, dispensa tra i tavoli quella napoletanità cordiale e nobile che fa simpatia, rende allegri e ben dispone ad una luculliana cena servita praticamente sulla scogliera.
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