I PIACERI DELLA VITE - NUMERO 2 - APRILE 2017 | Page 28
Armandino ha una carta dei vini super-
ba e locale, dalla quale scegliamo, con
sprezzo del pericolo, il vino meno co-
stoso, certi che “se è buono quello,
allora chissà gli altri…”. La scelta quin-
di ricade su un Costa D’Amalfi DOC
“ Terre Saracene ” di Ettore Sammarco.
E sarà stato il mare,
sarà stata la compa-
gnia, sarà stato Ar-
mandino a far da Cu-
pido, ma lì è scoccato
il vero amore.
Il Terre Saracene è un
blend di Biancatenera
(50%), Pepella (30%)
e Falanghina (20%),
ma faccio fatica a se-
guire la spiegazione di
Armandino,
perché
qui le uve cambiano
nome da Comune a
Comune. Solo dopo il
secondo bicchiere ca-
piamo che la Bianca-
tenera è in verità il
Biancolella, e scopria-
mo che il Pepella è chiamata così per-
ché talvolta può presentare acidi gran-
di quanto un grano di pepe. Al di là del-
le varie curiosità ci vengono narrate, al
di là dei luoghi comuni, questo è un
vino sa veramente di mare, proprio
quel mare che ci lambisce da vicino.
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E affondando il naso nel calice avver-
tiamo anche gli agrumi della costiera,
la macchia mediterranea, il biancospi-
no. L’intero bouquet di fragranze che
percepivamo appena arrivati in costie-
ra ora ce lo ritroviamo ad esaltare
il calamaro che abbiamo nel piatto,
quasi riportandolo nel
suo habitat naturale. Il
tutto, con una persi-
stenza che dura oltre
il calamaro stesso. Un
vino da sniffare copio-
samente, commentia-
mo tra noi tra noi, per
compensare le polveri
sottili una volta torna-
ti in città. Così ne ordi-
niamo anche un’altra
bottiglia come prome-
moria, mentre ci sba-
fiamo una monumen-
tale delizia al limone
sorseggiando un fan-
tastico limoncello.
E’ notte inoltrata e i
tavoli sono ormai tutti
vuoti. Tranne il nostro, dove c’è ancora
Armandino che tenta ancora di inse-
gnarci i nomi dialettali delle uve locali,
divertito della nostra sorpresa per
aver scoperto una terra così meravi-
gliosa. Purtroppo l’unico neo, in cotan-
ta perfezione, è il dover andare via. ■