I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 87
diverse tappe (che coinvolgono p. es., l‘accoppiamento recettoriale e l‘intervento di
secondi messaggeri intracellulari multipli). La densità dei recettori e l‘efficienza dei
meccanismi di risposta allo stimolo variano da tessuto a tessuto.
La teoria dell‘occupazione precoce dei farmaci assumeva che una risposta
farmacologica fosse direttamente proporzionale all‘occupazione dei recettori; si
riteneva che quando tutti i recettori fossero stati occupati o attivati si verificasse un
effetto massimale. La teoria attuale prevede il coinvolgimento di processi cinetici
(velocità di inizio/fine) relativi all‘occupazione del recettore da parte del ligando, di
stati di attivazione multipli dei recettori (attivo/inattivo) e della mancanza di
un‘evidente proporzionalità tra l‘occupazione del recettore da parte del ligando e la
risposta finale tissutale od organica. In questi modelli vengono prese in
considerazione le variazioni nell‘efficienza della trasduzione del segnale (meccanismi
di amplificazione cellulare) e l‘esistenza dei recettori di riserva, degli agonisti parziali
e degli agonisti inversi (v. oltre).
I farmaci agonisti interagiscono con i recettori in modo da modificare la proporzione
dei recettori attivati, modificando così l‘attività cellulare. Gli agonisti convenzionali
aumentano la proporzione dei recettori attivati; gli agonisti inversi la riducono. Molti
ormoni e neurotrasmettitori (p. es., l‘acetilcolina, l‘istamina, la norepinefrina) e molti
farmaci (p. es., la morfina, la fenilefrina, l‘isoproterenolo) agiscono come agonisti.
Gli antagonisti interagiscono selettivamente con i recettori, ma non determinano un
effetto osservabile; essi riducono l‘azione di un‘altra sostanza (l‘agonista) a livello
del sito recettoriale interessato. Gli antagonisti recettoriali sono quindi dotati di
affinità ma sono privi di efficacia intrinseca.
Gli analoghi strutturali delle molecole degli agonisti possiedono frequentemente
proprietà bivalenti agoniste e antagoniste; tali farmaci sono definiti agonisti parziali
(a bassa efficacia). Per esempio, per i recettori b-adrenergici di alcuni tessuti,
l‘isoproterenolo è un agonista completo e il prenalterolo è un agonista parziale. Un
farmaco che agisce come agonista parziale a livello di un tessuto può agire come
agonista completo a livello di un altro tessuto.
Gli antagonisti recettoriali possono essere classificati come reversibili o irreversibili.
Gli antagonisti reversibili si dissociano facilmente dal loro recettore; gli antagonisti
irreversibili formano con esso un legame chimico stabile (come avviene p. es.,
nell‘alchilazione). Gli antagonisti pseudoirreversibili si dissociano lentamente dal
loro recettore. Nell‘antagonismo competitivo, il legame dell‘agonista e
dell‘antagonista è reciprocamente esclusivo, probabilmente perché entrambi gli
agenti si legano allo stesso sito recettoriale. Nell‘antagonismo non-competitivo,
l‘agonista e l‘antagonista possono venire legati contemporaneamente, ma il legame
dell‘antagonista riduce o inibisce l‘azione dell‘agonista. Nell‘antagonismo
competitivo reversibile, l‘agonista e l‘antagonista formano legami di breve durata con
il recettore e tra agonista, antagonista e recettore viene raggiunto uno stato di
equilibrio. Tale antagonismo può essere superato aumentando la concentrazione
dell‘agonista; in altre parole, l‘antagonismo è sormontabile. Per esempio il naloxone,
un antagonista dei recettori per gli oppioidi strutturalmente simile alla morfina, dotato
di scarsa o nulla attività morfino-simile, blocca gli effetti della morfina quando viene
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