I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 605

clinicamente efficace, con un livello di dipendenza fisica minore. Tuttavia, se in esperimenti di autosomministrazione nell'animale si è potuto osservare una riduzione del consumo di cocaina per effetto della buprenorfina, i diversi trial clinici condotti nell'uomo non hanno potuto evidenziare alcun beneficio ulteriore rispetto al metadone, sia in termini di ritenzione in terapia, sia in termini di riduzione dell'uso di cocaina . Ciò che risulta da questa breve panoramica sui farmaci utilizzabili è che ancora ci si muove a livello di tentativi. Non possediamo certezze, ma solo impressioni ed opinioni. D'altra parte bisogna considerare, per fortuna, che evidenze di efficacia sostengono anche altri tipi di intervento, sebbene anche in questo caso di entità limitata. Fra gli approcci più accreditati ricordiamo quelli basati su tecniche cognitivocomportamentali del tipo contigency management e prevenzione delle ricadute. Nel caso del contigency management si tratta di tecniche che utilizzano stimoli gratificanti alternativi a quelli forniti dalla cocaina, che vengono "guadagnati" dal paziente che si astiene dall'uso della stessa. Spesso si tratta di "vaucer" convertibili in denaro, beni o servizi Nel caso degli interventi di prevenzione della ricaduta, si tratta di analizzare i fattori che nel singolo paziente sono associati alla ricaduta nell'uso (emozioni sgradevoli, emozioni positive, conflitti familiari, disponibilità di denaro, etc.) e trovare soluzioni alternative all'uso di cocaina. A tutt'oggi, lo stato dell'arte del trattamento a lungo termine del cocainismo è tale da prevedere l'associazione di tecniche comportamentali, riabilitative e farmacologiche dipendenti più dalla preferenza individuale del terapeuta che dalla dimostrata evidenza di superiorità. PROSPETTIVE FUTURE Il trattamento dell'abuso di cocaina rappresenta attualmente un campo aperto per la sperimentazione farmacologica. A differenza di altre forme di dipendenza, come eroinismo o anche alcolismo, nel caso della cocaina, i vari farmaci utilizzati hanno mostrato, al massimo, un'efficacia modesta. Tuttavia alcune linee di ricerca sembrano promettenti e tali da indurre ad un cauto ottimismo circa le prospettive future. Un approccio terapeutico alternativo potrebbe essere quello di agire sulla farmacocinetica della cocaina, piuttosto che interferire con la funzione dei recettori ai quali si lega. Si eviterebbe in questo modo di alterare un complesso equilibrio tra recettori e neurotrasmettitori endogeni. Due possibili strumenti terapeutici in tal senso, sono costituiti da un vaccino contro la cocaina e dall'uso di enzimi capaci di accelerare l'eliminazione di tale sostanza dall'organismo. Per quanto riguarda il vaccino, ricordiamo che la molecola della cocaina non possiede proprietà immunogene. Perché il sistema immunitario possa reagire con la produzione di anticorpi specifici è necessario un legame covalente con una molecola proteica. Il vaccino in ultima analisi è costituito proprio da una proteina in grado di legare la cocaina. Il complesso cocaina-proteina trasportatrice avrebbe una doppia funzione: sia stimolare i linfociti T (T-helper) a produrre fattori che stimolano la produzione di anticorpi, sia consentire la reazione crociata della cocaina con le immunoglobuline espresse sulla superficie dei linfociti B attivandoli nella creazione di anticorpi 605