I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 603
associati (vista di siringhe, lacci, accendini, frequentazione di amici del "giro",
contrasti familiari, problemi lavorativi, etc.) possono spingere il paziente verso la
ricaduta. La valutazione complessiva della singola situazione e delle risorse
disponibili faranno propendere per un ricovero ospedaliero o in una struttura
residenziale comunitaria di pronta accoglienza o ancora, per un trattamento
ambulatoriale.
TRATTAMENTO DELL'INTOSSICAZIONE
Un dosaggio elevato di cocaina produce tachicardia, ipertensione, ipertermia,
midriasi. Può comparire anche agitazione, aggressività, stato confusionale,
convulsioni, aritmie, infarto cardiaco, polmonare, cerebrale.
Spesso il primo obiettivo del trattamento è di sedare il paziente. Sebbene, in
considerazione dell'azione di stimolo della funzione dopaminergica esercitato dalla
cocaina, il farmaco d'elezione sembrerebbe essere di tipo neurolettico, l'uso di questi
farmaci va riducendosi progressivamente: sia per la possibile ulteriore attivazione
noradrenergica conseguente al blocco dei recettori D2 periferici (che hanno un'azione
inibente il rilascio di noradrenalina), sia per il possibile peggioramento dell'eventuale
rabdomiolisi (già determinata dall'ipertermia e dalla vasocostrizione) a causa della
rigidità muscolare da essi indotta
La sedazione va attuata con benzodiazepine, possibilmente endovena. Queste, come i
barbiturici, sedano il paziente ed elevano la soglia alle convulsioni. Ovviamente se la
sintomatologia psichiatrica persiste al cessare dell'effetto della cocaina, l'uso di
neurolettici può essere riconsiderato
L'ipertermia va affrontata con abbondanti abluzioni fredde. La somministrazione di
dantrolene non sembra avere efficacia nel prevenire fenomeni di rabdomiolisi. Se
occorre immobilizzare il paziente, è bene utilizzare teli a rete per consentire la
dispersione del calore .
L'ipertensione da cocaina, considerata la breve emivita della sostanza, va controllata
con vasodilatatori a breve durata d'azione. Il farmaco di prima scelta è il
nitroprussiato di sodio per infusione endovenosa
Per le complicanze cardiache (ischemia coronaria e/o aritmie) è utile la trinitrina o, se
necessaria, una terapia anticoagulante o fibrinolitica. Riguardo all'uso di antiaritmici,
occorre prima di intervenire stabilire la natura dell'aritmia (di origine anossica o per
l'effetto anestetico locale della cocaina) .
TERAPIA DELLA DIPENDENZA
Trattare la dipendenza da sostanze significa confrontarsi con il sintomo cardine del
disturbo: la compulsione, la pressante e spasmodica ricerca della sostanza che
costituisce l'obiettivo prioritario della vita del paziente. Craving è il termine coniato
per descrivere il desiderio specifico per la sostanza. Maggiore sarà il craving,
maggiore sarà l'urgenza, l'impellenza del desiderio, minore sarà la capacità di tenerlo
sotto controllo e maggiore la disponibilità a superare remore morali, sociali, legali,
igieniche, etc. che ne ostacolano la soddisfazione.
Il potenziale tossicomanigeno della cocaina è molto probabilmente legato
all'attivazione dei sistemi dopaminergico, noradrenergico e serotoninergico. Una
prima serie di farmaci è stata individuata in base alla capacità di agire su questi
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