I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 597

L'utilizzo di cocaina negli Stati Uniti, dal 1991 ai nostri giorni, è rimasto pressoché costante con circa 640.000 persone che la assumono almeno una volta la settimana; il numero dei consumatori occasionali è, invece, in diminuzione, essendo passato da 2.9 milioni del 1988 a 1.3 milioni del 1992 Lo sviluppo della tossicodipendenza da cocaina è condizionato dalla presenza di diversi fattori quali: suscettibilità individuale, tipo di preparazione utilizzato, via di somministrazione, ambiente di vita dell'utilizzatore. Tra questi fattori, la via di somministrazione (endovenosa o inalatoria) è quella che spiega maggiormente il potenziale tossicomanigeno. Il problema del trattamento farmacologico dell'abuso cronico, rimane legato all'individuazione di un composto che possa estinguere il desiderio incoercibile (craving) che porta il cocainomane al riutilizzo della sostanza. Attualmente, nonostante i progressi nella ricerca farmacologica e l'azione anti-craving di specifici principi attivi, il rischio di ricaduta rimane estremamente elevato. STRUTTURA La cocaina è un alcaloide naturale la cui struttura chimica è quella della benzoilmetilecgonina: un estere dell'acido benzoico e una base azotata. Appartiene al gruppo degli anestetici locali la cui formula empirica è C17H21NO4. Il sale cloridrato, scarsamente volatile, è la forma più diffusa della sostanza. PREPARAZIONI E VIE DI SOMMINISTRAZIONE Le preparazioni contenenti cocaina sono diverse fra loro e si distinguono per la quantità della sostanza presente, per la via di somministrazione e le caratteristiche farmacocinetiche.In natura la cocaina è presente come alcaloide nelle piante appartenenti alla famiglia delle eritroxilacee e in maggiore quantità nell'Eritroxylum Coca ed Eritroxylum Novogranatense, due arbusti che crescono spontaneamente in Sud America. L'Eritroxylum Coca è diffusa nelle Ande peruviane dove cresce nel clima caldo-umido della foresta tropicale. Le foglie di questa pianta rappresentano la principale fonte del traffico illegale di cocaina; nelle sue foglie è presente circa l'1% della sostanza. Dalle foglie di coca si forma, dopo un processo di macerazione, una pasta da cui si estrae per raffinazione una polvere cristallina biancastra che contiene la cocaina cloridrato. Quest'ultima è tra le preparazioni di cocaina, la più diffusa. L'Eritroxylum Novogranatense è diffusa invece nelle regioni montuose aride del Perù e della Bolivia. Tra le popolazioni peruviane, che vivono ad elevate altitudini nelle regioni andine, vi è l'uso di masticare le foglie di coca allo scopo di aumentare la resistenza fisica e di all eviare il senso della fame e della fatica. Tale usanza era già diffusa tra gli antichi. L'aggiunta di sostanze basiche quali calce o ceneri di origine vegetale, durante la masticazione delle foglie di coca, facilitano l'estrazione della cocaina e ne aumenta la biodisponibilità a livello orale. L'assorbimento della cocaina quindi inizia già nella mucosa orale e continua in quella del tratto gastroenterico: la cocaina è misurabile nel sangue entro 5 minuti dall'inizio della masticazione ed entro 15 minuti dalla deglutizione. Per questa via gli effetti compaiono lentamente e durano per circa 5-6 ore. Attraverso la via orale la 597