I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 516

3. Anticolinesterasici irreversibili: sono organofosforici usati prevalentemente a scopo bellico e come pesticidi. Clinicamente vengono utilizzati nel trattamento del glaucoma. Questi farmaci interagiscono in maniera irreversibile con il sito estereo dell‘enzima. Il recupero dell‘attività enzimatica con questi farmaci è molto lento, in quanto l‘enzima fosforilato inattivo è molto stabile. Gli Anticolinesterasici agiscono a tre livelli:  Sulle sinapsi colinergiche autonome: in questo caso sono osservabili effetti dovuti all‘aumento dell‘attività colinergica a livello delle sinapsi post-gangliari parasimpatiche. Dosi elevate possono mimare il blocco gangliare da depolarizzazione associato ad un aumento di Ach nel plasma e nei fluidi corporei. A questo livello agiscono prevalentemente la fisostigmina e gli organofosforici.  Sulla giunzione neuromuscolare: neostigmina e piridostigmina agiscono a questo livello. Dosi eccessive causano inizialmente contrazione muscolare dovuta al rilascio di Ach. La situazione può evolvere in paralisi dovuta a blocco da depolarizzazione a causa dell‘accumulo di Ach nei fluidi tissutali e nel plasma.  Sul SNC. Fisostigmina ed organofosforici attraversano la barriera ematoencefalica. A livello centrale si determina un iniziale stato di eccitazione seguito da una depressione che può essere accompagnata da incoscienza e inibizione della respirazione. Questi effetti derivano principalmente dall‘attivazione dei recettori muscarinici centrali e sono quindi antagonizzati dall‘atropina. Quelli reversibili provocano gli effetti di una stimolazione colinergica con sudorazione, salivazione, miosi (costrizione della pupilla), vampate, diminuzione della pressione sanguigna, diminuzione della frequenza e della gittata cardiaca, nausea, diarrea, broncospasmo e aumenta delle secrezioni intestinali e bronchiali. Quelli irreversibili sono usati come gas nervini o come insetticidi e crittogamici, perchè provocano paralisi della funzione motoria, difficolta‘respiratorie, convulsioni, in quanto bloccano in modo covalente l‘ AchE inattivandolo (ci sarebbe bisogno di 1 nuova biosintesi dell‘enzima , il che richiederebbe alcuni giorni), x cui nei malcapitati sopraggiunge la morte x blocco respiratorio. Per evitare la morte occorre intervenire, o con alte dosi di Atropina, o con l‘antidoto: la Pralidossima ioduro (PAM), una aldossima sintetica, che è capace di riattivare l‘ AchE inibita, ma va somministrata immediatamente, per evitare che l‘enzima alchilato invecchi definitivamente. Gli Inibitori dell' acetilcolinesterasi hanno tre campi di applicazione: - Uso clinico. La miastenia grave è una malattia autoimmune caratterizzata dalla presenza di anticorpi che si legano ai recettori per l'acetilcolina, inattivandoli. L' inibizione dell'acetilcolinesterasi aumenta la concentrazione del neurotrasmettitore acetilcolina nelle sinapsi. La maggior quantità di neurotrasmettitore disponibile può sopperire alla scarsezza di recettori efficienti. Anche alcuni sintomi del morbo 516