I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 515

ARECOLINA PILOCARPINA povoca miosi, è in uso nel glaucoma, xchè provoca caduta della pressione intraoculare. 3. AGONISTI MUSCARINICI INDIRETTI – INIBITORI DELL‘ ACETILCOLINESTERASI Le colinesterasi conosciute sono di due tipi: 1. Acetilcolinesterasi: è legata alla membrana basale nella chiave sinaptica delle sinapsi colinergiche. Ha la funzione di idrolizzare il trasmettitore liberato. La forma solubile dell‘enzima è presente all‘ interno delle terminazioni colinergiche dove regola la concentrazione di Ach libera. La forma legata si trova a livello eritrocitario, ma non se ne conosce la funzione. 2. Butirrilcolinesterasi: si trova a livello del fegato, della cute, della muscolatura liscia gastrointestinale e, in forma libera, nel plasma. Questo enzima non è associato in modo specifico alle sinapsi colinergiche. La forma plasmatica è importante per l‘idrolisi di alcuni farmaci, come la benzoilcolina, il sussametonio, la procaina e il propanidide. FARMACI CHE INIBISCONO LA COLINESTERASI. Vengono divisi in tre gruppi a seconda della loro durata d‘azione: 1. A breve durata d‘azione: l‘edrofonio è l‘unico farmaco di questa categoria utilizzato clinicamente. Si lega al sito anionico dell‘enzima: questo legame è facilmente reversibile, determinando la breve durata d‘azione. Viene usato principalmente a scopo diagnostico, soprattutto per diagnosticare la Miastenia Gravis. Questa è una rara patologia che colpisce 1 : 2000 individui. Il paziente mostra una marcata debolezza muscolare e facile affaticabilità dovuti alla ridotta trasmissione ne uromuscolare. Studi elettrefisiologici hanno mostrato che la liberazione del trasmettitore è normale, ma si ha una notevole riduzione del potenziale, che non riesce a raggiungere il valore soglia. È stato visto che nel muscolo miastenico c‘è una riduzione dei recettori della placca neuromuscolare di un terzo rispetto alla norma. Il miglioramento dell‘affaticabilità dopo somministrazione di anticolinesterasici è segno di miastenia. Il miglioramento è dovuto al fatto che l‘Ach non viene subito degradata a livello dello spazio sinaptico ed ha quindi più probabilità di interagire con i pochi recettori presenti. La patologia è però ingravescente, quindi quando il numero di recettori diventa troppo basso il trattamento con anticolinesterasici non è più efficace. Un altro approccio a questa patologia, vista l‘eziologia immunologica, è costituito dalla plasmaferesi, che consente il "lavaggio" degli autoanticorpi, oppure l‘utilizzo di steroidi o di immunosoppressori. 2. A media durata d‘azione: sono neostigmina e piridostigmina che vengono idrolizzati ad una velocità inferiore rispetto a quella con cui viene idrolizzata l‘Ach. 515