I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 50
ALLERGIA AI FARMACI
La patogenesi delle reazioni allergiche ai farmaci coinvolge tutte e quattro le
immunoreazioni patogene di Gell e Coombs, anche se nella stragrande maggioranza
dei casi predominano quelle di I tipo (mediate da anticorpi IgE) o quelle di IV tipo
(mediate dai linfociti): le reazioni di quest'ultimo tipo stanno ormai diventando le più
frequenti in assoluto.
In genere il farmaco o un suo derivato metabolico in forma di aptene si lega alle
proteine sieriche circolanti o alle membrane cellulari: tali molecole vengono poi
presentate dai macrofagi ai linfociti e inducono (nei soggetti predisposti) la
produzione di IgE specifiche (immunoreazioni di I tipo) o anticorpi di classe IgG
(reazioni di II tipo) o immunocomplessi (reazioni di III tipo) o reazioni di tipo
ritardato coinvolgendo i linfociti T. Può inoltre verificarsi, nello stesso soggetto, la
contemporanea presenza di immunoreazioni di I e IV tipo.
Il meccanismo delle reazioni pseudoallergiche è invece a tutt'oggi controverso. Per
quanto riguarda i FANS è stato ipotizzato che, causando essi un'inibizione della
cicloossigenasi II (COX II), siano responsabili di un aumentato livello di leucotrieni
che causano broncospasmo.
Per tutti gli altri farmaci coinvolti in PAR si è ipotizzato che vi possa essere una
liberazione diretta dei mediatori chimici contenuti nei mastociti (forse alla base di
questo meccanismo vi è un'instabilità della membrana mastocitaria), oppure che vi sia
un'attivazione della via alternativa del complemento, o che vi possa essere uno
sbilanciamento del sistema ciclo-ossigenasico lipossigenasico.
La diagnostica dell'allergia ai farmaci è a tutt'oggi un problema non del tutto risolto a
causa delle scarse conoscenze dei meccanismi patogenetici.
Un'accurata raccolta dei dati anamnestici del paziente è molto importante perché può
consentire di accertare i rapporti cronologici tra l'assunzione di un farmaco e la
comparsa delle manifestazioni cliniche; inoltre permette di evidenziare pregresse
reazioni, anche di modesta entità, allo stesso farmaco. Questo permette, tenendo
conto anche della frequenza di reazioni avverse che ciascun farmaco può provocare,
di fissare i propri sospetti su di un farmaco o su un gruppo di farmaci.
In seguito si procede con i test in vitro e in vivo. I test cutanei vengono iniziati con i
prick test e proseguiti poi con i test intradermici.
E' importante ricordare però che tali test possono causare, in soggetti sensibili,
reazioni severe e che pertanto devono essere impiegati solo da personale
particolarmente esperto.
Saranno in seguito eseguiti i patch test (cerottoreazioni) con i farmaci da studiare,
patch che verranno letti in seguito a 72 ore.
I test sierologici in vitro (RAST) per la ricerca delle IgE specifiche sono disponibili
solo per pochi farmaci come: penicillina, ampicillina, amoxicillina. Scarso aiuto
fornisce la determinazione delle IgE totali (PRIST) che in questi pazienti dà valori
normali.
In seguito si può procedere con test di tolleranza orale e/o intramuscolare con farmaci
alternativi.
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