I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 499
Rappresenta quindi il cardiocinetico ideale per ottenere un effetto inotropo
positivo immediato nel cuore scompensato, quando non sia presente ipotensione
arteriosa. La peculiarità più interessante della dobutamina nello scompenso
cardiaco è quella di migliorare il gradiente fra la pressione diastolica (di
perfusione coronarica) e la pressione di riempimento ventricolare sinistro, e di
esercitare un effetto inotropo positivo spiccato senza aumentare significativamente
la frequenza sinusale e senza ridurre conseguentemente il tempo diastolico totale,
favorendo in tal modo la perfusione coronarica. Queste caratteristiche rendono la
dobutamina un farmaco utile nello shock cardiogeno conseguente all'infarto
miocardico acuto. Nell'insufficienza cardiaca viene infusa alla velocità di 2,5-15
microg/kg/min; si osserva un aumento della portata cardiaca dose dipendente,
senza aumenti di frequenza significativi fino ad un dosaggio di 6 microg/kg/min, e
una riduzione della pressione di incuneamento capillare polmonare, per
diminuzione della pressione telediastolica ventricolare sinistra consegue nte alla
migliorata performance cardiaca. Gli effetti indesiderati: (ipertensione,
tachicardia, angor, cefalea, nausea) sono sovrapponibili a quelli della dopamina.
DOPAMINA agonista D1+D2+ ( dal punto di vista emodinamico: a
basse dosi sono prevalenti gli effetti dopaminergici D1+ D2, a medie dosi l‘
effetto adrenergico, ad alte dosi l‘ effetto adrenergico) È un precursore
della noradrenalina. Il suo effetto inotropo è dovuto in parte alla stimolazione dei
recettori adrenergici beta1 del sarcolemma ed in parte alla liberazione di
noradrenalina dai depositi miocardici. La sua efficacia può risultare limitata nello
scompenso cardiaco di lunga durata dove questi depositi sono in genere ridotti. La
dopamina provoca tre ordini di effetti, mediati rispettivamente dai recettori betaadrenergici (stimolazione cardiaca), dopaminergici (vasodilatazione renale e
splancnica) ed alfa-adrenergici (vasocostrizione sistemica). Il fatto che l'attività
della dopamina sui diversi recettori si manifesti a concentrazioni plasmatiche
diverse fa presupporre l'esistenza di un progressivo reclutamento dei recettori in
rapporto al dosaggio del farmaco. I primi recettori attivati sono i DA1 e i DA2,
seguiti dai beta1 ed infine dagli alfa. La dopamina a basse dosi (1-5
microg/kg/min) causa un aumento della perfusione renale, con azione diuretica,
senza apprezzabili effetti sulla frequenza cardiaca, sulla pressione arteriosa e
sull'inotropismo. A dosi maggiori (5-10 microg/kg/min) sono evidenti gli effetti
cardiaci sull'inotropismo, con aumento della contrattilità, della gettata e modesto
incremento della frequenza. A dosi ancora più elevate si ha in genere un netto
aumento delle resistenze periferiche (azione alfa-adrenergica) specialmente a
livello cutaneo e muscolare. A tali dosi il tono alfa-adrenergico vasocostrittore
prevale su quello dopaminergico e di conseguenza si verifica una diminuzione del
flusso anche a livello renale, seppure in misura molto minore rispetto alle altre
catecolamine. L'interdipendenza delle varie azioni recettoriali con la possibile
prevalenza dell'una sull'altra e la variabilità individuale della risposta rendono
necessari: 1) l'infusione mediante pompa per garantire la precisione della
somministrazione; 2) un costante monitoraggio emodinamico. La dopamina può
essere diluita in soluzione fisiologica o glucosata, non con il bicarbonato che la
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