I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 496

F.D.A. americano a causa degli importanti e frequenti effetti collaterali non controbilanciati da una efficacia terapeutica sicuramente comprovata. Una discreta percentuale di soggetti ha manifestato intolleranza gastroenterica, piastrinopenia dose-dipendente (imputabile ad un meccanismo tossico con ridotta vita media delle piastrine), alterazioni della funzionalità epatica, febbre, cefalea, parestesie, aritmie (dubbie). La posologia della somministrazione endovenosa è la seguente: inizio terapia bolo endovenoso di 0,75 mg/kg in 3 minuti, dose di mantenimento 5-10 microg/kg/min. dose giornaliera massima 10 mg/kg. La somministrazione deve avvenire sotto monitorizzazione del ritmo cardiaco e dei principali parametri emodinamica. MILRINONE (emivita 0,8 h) È un farmaco derivato dall'anello bipiridinico, assai simile come molecola all'amrinone di cui rappresenta un'evoluzione farmacologica in quanto, confrontato con il predecessore, presenta tre vantaggi: 1) è 15 volte più potente a parità di dosaggio; 2) mantiene un'efficacia nel tempo per somministrazioni prolungate anche per os; 3) presenta minori effetti collaterali. Sono stati dimostrati effetti inotropo positivo e vasodilatatore, sia dopo somministrazione orale che endovenosa ampiamente sovrapponibili a quelli dell'amrinone. Anche per il milrinone tali effetti sono accentuati dall'adrenalina e ridotti dal verapamile e dagli agonisti muscarinici (carbacol); è quindi verosimile che il meccanismo d'azione si esplichi tramite l'aumento dell'AMPciclico. In pazienti con grave scompenso cardiaco, il milrinone ha un effetto analogo alla dobutamina nell'aumentare la gettata cardiaca, ma un più importante effetto vasodilatatore periferico. Paragonato al nitroprussiato, ad analogo effetto vasodilatatore corrisponde una maggiore azione sulla gettata cardiaca dimostrando così un effetto inotropo positivo diretto. Tale effetto è stato studiato anche con la tecnica dell'infusione intracoronarica di milrinone, che dimostra un miglioramento della contrattilità senza un effetto vasodilatatore periferico. Ai pazienti, trattati con milrinone intracoronarico, è stato poi somministrato il farmaco in infusione venosa, ottenendo in tal modo una riduzione delle resistenze periferiche e un ulteriore incremento della gettata; ciò dimostra che l'effetto emodinamico totale è dovuto all'azione combinata sull'inotropismo e sulla vasodilatazione. Vi sono anche dimostrazioni sperimentali che il farmaco migliora gli indici di compliance ventricolare diastolica. Nei pazienti con grave scompenso cardiaco non aumenta il consumo di O2 ed esercita un'azione di vasodilatazione coronarica. Il flusso renale e la diuresi sono aumentati durante il trattamento, l'incremento della frequenza cardiaca è risultato del 10% circa. È stato inoltre documentato che l'effetto inotropo del milrinone non si esaurisce nel tempo e che non si manifestano fenomeni di tachifilassi. La sospensione del trattamento dopo terapia prolungata causa un deterioramento immediato delle condizioni emodinamiche che vengono nuovamente normalizzate dalla ripresa della terapia. Come per l'amrinone il trattamento con milrinone non arresta la progressione della malattia né prolunga la sopravvivenza. Gli effetti emodinamici sono evidenti dopo 10-30 minuti della somministrazione orale; la durata d'azione è stata valutata in 5 ore circa. Dopo somministrazione orale di una dose di 10 mg si registra il picco di 496