I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 480
in più del 90% dei pazienti, con una durata mediana della risposta di circa 4
settimane. Due studi randomizzati, in doppio cieco, condotti su un totale di 287
pazienti con ipercalcemia maligna superiore a 12mg/dl, sintomatica e non, hanno
confrontato l'acido zoledronico (4 e 8 mg, per infusione singola di 5 minuti) con
l'acido pamidronico (90 mg in infusione unica di 2 ore). Entrambi i bifosfonati
sono stati preceduti e seguiti da una adeguata idratazione del paziente (500 ml di
soluzione fisiologica o glucosata al 5% per 4 ore). L'analisi dei dati aggregati
indica che 4 mg di acido zoledronico sono efficaci quanto 8 mg e superiori
all'acido pamidronico nel normalizzare la calcemia dopo 10 giorni (88,4% vs.
69,7%) con una più lunga durata mediana della risposta completa (32 giorni
contro 18). Tutti i pazienti resistenti al primo trattamento sono stati sottoposti ad
un secondo ciclo di terapia con 8 mg di acido zoledronico: nel 52% (36 pazienti)
si è ottenuta la normocalcemia. Per ragioni incomprensibili, l'efficacia e la durata
della risposta dell'acido pamidronico sono state molto inferiori a quelle emerse
negli studi clinici precedenti e riportate dalla stessa scheda tecnica del farmaco.
Gli effetti indesiderati più frequenti dei due farmaci (febbre, nausea e vomito,
anemia, stitichezza, dispnea, confusione, insonnia, ipokaliemia, diarrea) non
hanno mostrato differenze statisticamente significative. L'ipofosfatemia e
l'ipocalcemia hanno avuto invece una incidenza superiore con l'acido zoledronico
(rispettivamente 5,8% vs. 1,9% e 12,8% vs.1,9%). Nel rapporto di valutazione
dell'EMEA, l'acido zoledronco risulta più frequentemente responsabile di effetti
indesiderati renali (complessivamente 16,3% vs. 9,7%). Secondo la FDA
statunitense, il rischio di tossicità renale è legato al dosaggio e alla durata della
somministrazione; questo ha portato all'abbandono della dose di 8 mg (anche nel
ri-trattamento dei pazienti non responsivi, come avvenuto negli studi) e al
prolungamento a 15 minuti della durata dell'infusione (contro i 5 minuti degli
studi). Allo stato attuale delle conoscenze, con dati di efficacia da confermare e
dati di sicurezza (rischio di compromissione della funzionalità renale) da
verificare più attentamente, appare prematuro e ingiustificato utilizzare l'acido
zoledronico al posto dell'acido pamidronico che può vantare una esperienza d'uso
consolidata. Lo stesso vantaggio della durata di somministrazione più breve del
pamidronato (15 minuti vs. 2 ore) viene annullato dalla necessità di idratare il
paziente prima e dopo l'infusione (negli studi l'idratazione ha avuto una durata di 4
ore). Da ultimo, la maggiore convenienza economica dell'acido zoledronico
rispetto al pamidronico è temporanea: per la scadenza del brevetto, a settembre
sarà disponibile il pamidro