I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 479

Può causare nausea, vomito, gusto spiacevole in bocca e sensazione di formicolio alle mani. - CALCITONINA UMANA SINTETICA - CALCITONINA DI SALMONE F. ALTRI FARMACI - GLUCOCORTICOIDI Causano una diminuzione dell‘assorbimento intestinale di calcio e di fosforo, un aumento dell‘escrezione renale ed una inibizione della formazione ossea. Possono essere utili nella ipercalcemia associata alla sarcoidosi. - PLICAMICINA È un antibiotico che inibisce il riassorbimento dell‘osso: inibisce la sintesi dell‘RNA degli osteoclasti, bloccando la mobilizzazione del calcio dall‘osso. Si utilizza nella terapia delle ipercalcemie refrattarie causate da neoplasie maligne. Presenta una alta tossicità renale ed epatica, e può causare trombocitopenia. - NITRATO DI GALLIO Inibisce il riassorbimento osseo: viene probabilmente captato dai cristalli di idrossiapatite che vengono resi meno solubili. - ESTROGENI Si ritiene siano utili nella prevenzione dell‘osteoporosi postmenopausa: pare si oppongano all‘effetto calcio-mobilizzante ed al riassorbimento osseo provocato dal paratormone. - PARATORMONE Aumenta la concentrazione plasmatica di calcio, promuovendone la mobilizzazione dall‘osso, promuovendone il riassorbimento renale e stimolando la sintesi del calcitriolo, il quale aumenta l‘assorbimento di calcio da parte dell‘intestino. Promuove anche l‘escrezione dei fosfati. Non viene utilizzato in clinica. FARMACI PER TRATTARE L‘ IPERCALCEMIA : - ACIDO ZOLEDRONICO – (Zometa) Indicazioni approvate: Trattamento dell'ipercalcemia neoplastica. L'ipercalcemia rappresenta una complicanza di molte neoplasie maligne (mieloma, carcinoma polmonare a cellule squamose, carcinoma mammario, renale) ed è responsabile di una elevata morbilità. L'ipercalcemia è causata dall'aumentato riassorbimento osseo (indotto da sostanze di origine neoplastica che stimolano la formazione e l'attività degli osteoclasti) e da una ridotta eliminazione urinaria di calcio. Quando i livelli plasmatici di calcio superano le 3 mmol/l (12 mg/dl) sono frequenti nausea, vomito, stitichezza, poliuria e polidipsia; a concentrazioni superiori possono sopravvenire confusione, delirio, coma e morte. Il trattamento di prima scelta consiste in una adeguata reidratazione del paziente e nell'impiego dell'acido pamidronico (Aredia). Come tutti i bifosfonati, l'acido pamidronico si lega alla matrice ossea, riduce l'attività osteoclastica e previene il riassorbimento osseo. Somministrato in infusione singola da 90 mg in 500 ml per 4 ore, il pamidronato ripristina la normocalcemia 479