I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 469
proteine. Entrambi i farmaci si concentrano gradualmente nei tessuti: nel liquido
sinoviale, dove la concentrazione raggiunge il 50% di quella plasmatica, nei
macrofagi, negli epatociti, nei tubuli renali e nella corteccia surrenalica. L‘oro
complessato rimane nei tessuti per qualche tempo dopo l‘interruzione del trattamento.
L‘escrezione è prevalentemente renale, ma anche intestinale. Il t1/2 è inizialmente di
7 giorni, ma poiché aumenta con il proseguire del trattamento, l‘intervallo fra le
somministrazioni si deve allungare.
Effetti indesiderati
Con l‘aurotiomalato circa 1/3 dei pazienti presenta effetti indesiderati, ed 1 su 10
presenta effetti seri. Con l‘auranofin gli effetti sono più rari e meno gravi.
Si verificano irritazioni cutanee, ulcerazioni della bocca e proteinuria; nei casi più
gravi si sono osservati encefalopatia, neuropatia periferica ed epatite. L‘incidenza
degli effetti tossici seri diminuisce se il trattamento viene sospeso quando appaiono i
primi sintom i.
- SODIO AUROTIOSOLFATO
- AURANOFIN
- SODIO AUROTIOMALATO
- AUROTIOGLUCOSIO
- AUROTHIOPROL
5. PENICILLAMINA e BUCILLAMINA
La penicillamina e il suo analogo bucillamina sono agenti chelanti che si combinano
con i metalli e come tali esercitano 1 molteplicita‘ di effetti su alcuni enzimi, sul
collageno, sulle proteine sieriche, sulle immunoglobuline, sugli immunocomplessi e
sulla fonzione linfo-leucocitaria. Il picco delle concentrazioni ematiche si raggiunge
entro 1-2 ore dalla somministrazione. È il farmaco di seconda scelta, e circa il 75%
dei pazienti risponde a questo trattamento con diminuzione del dolore, del
rigonfiamento, della concentrazione del fattore reumatoide e delle proteine di fase
acuta. Il farmaco diminuisce l‘attività dei macrofagi, diminuendo quindi la
produzione di IL-1. Modifica probabilmente anche la sintesi del collageno,
prevenendo la maturazione delle fibre appena prodotte.
Questo farmaco è un chelante dei metalli, e viene quindi utilizzato nella malattia di
Wilson caratterizzata da un accumulo di rame in fegato, rene e cervello.
Può essere utilizzato anche nella cistinuria in quanto è in grado di sostituirsi alla
cisteina nella cisteina disolfuro rendendo il composto più solubile.
Farmacocinetica
La somministrazione è orale, ma solo metà della dose viene assorbita. Il valore
massimo plasmatico si raggiunge in 1-2 h. E‘ legata alle proteine plasmatiche per
l‘80% e viene escreta con le urine. La dose iniziale deve essere bassa, e poi
aumentata gradualmente per prevenire gli effetti collaterali.
Effetti indesiderati
Si manifestano nel 40% dei pazienti, e possono richiedere la sospensione del
trattamento. Si osservano anoressia, nausea, vomito e disturbi del gusto (a causa della
chelazione dello zinco), che scompaiono con la prosecuzione del trattamento. Nel
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