I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 457
ma studi clinici più recenti hanno dimostrato che i risultati non sono
soddisfacenti;
L‘aspirina è utile nel trattamento della diarrea causata dalla radioterapia.
Farmacocinetica.
I salicilati sono acidi deboli, quindi sono poco ionizzati al pH dello stomaco, e
vengono quindi assorbiti bene. L‘aspirina viene idrolizzata nel plasma e nei tessuti ad
opera delle esterasi e viene trasformata in salicilato. A basse dosi la maggior parte del
salicilato è legata alle proteine plasmatiche, ma ad alte concentrazioni la parte legata
è minore, quindi disponibile nei tessuti.
Il 25% del salicilato viene ossidato, una parte viene coniugata per dare glucuronato o
solfato prima dell‘escrezione e circa il 25% viene escreto intatto. L‘escrezione
urinaria è maggiore se le urine sono alcaline in quanto la maggior parte del salicilato
escreto inalterato a pH alcalino si ionizza risultando meno riassorbibile dai tubuli.
A basse dosi il t1/2 è di circa 4 h e l‘eliminazione segue una cinetica di primo ordine,
con alte dosi invece (> 4 g/die), l‘eliminazione segue cinetiche di saturazione e il
farmaco è reperibile nel sangue per più di 15 h.
Effetti indesiderati
A livello locale l‘aspirina può provocare gastriti ed erosioni della mucosa, dovute alla
inibizione della produzione di PGE che proteggono la mucosa. Uno studio su 200
soggetti sani a cui veniva somministrata aspirina, ha dimostrato che buona parte di
essi eliminava con le feci da 2 a 6 ml di sangue al giorno, ed alcuni avevano anche
sanguinamenti maggiori. Oltre all‘azione sulla mucosa gastrica, contribuisce al
sanguinamento, anche l‘azione antiaggregante piastrinica.
A livello sistemico si può verif icare una condizione di tossicità cronica moderata, in
seguito ad ingestioni ripetute di alte dosi di salicilati. Questa condizione prende il
nome di salicilismo, ed è caratterizzata da tinnito, vertigini, diminuzione dell‘udito, e
qualche volta nausea e vomito.
È stata riscontrata una associazione fra assunzione di aspirina, da parte di bambini
con infezioni virali, e la sindrome di Reye, una patologia rara in cui sono presenti
epatopatia ed encefalopatia che mostra una mortalità del 20-40%.
Dosi terapeutiche elevate possono causare disturbi dell‘equilibrio acido-base:
i salicilati disaccoppiano le fosforilazioni ossidative, portando ad un maggior
consumo di O2 e quindi ad una maggior produzione di CO2: questo evento causa
iperventilazione. I salicilati stimolano la respirazione attraverso un‘azione diretta sul
centro del respiro: tutto ciò provoca da parte di un rene sano, un aumento
dell‘escrezione di bicarbonati. Il risultato sarà quindi una alcalosi respiratoria
compensata. Dosi maggiori di salicilati possono provocare depressione del centro
respiratorio, con ritenzione di CO2, e quindi aumento della PCO2: questo evento si
sovrappone ad una alcalosi respiratoria compensata, e quindi ad una diminuzione dei
bicarbonati plasmatici: in questo caso si sviluppa quindi una acidosi respiratoria
scompensata. Questa può essere inoltre aggravata dalla presenza di una acidosi
457