I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 434
- Antiaggreganti e antitrombotici: occorre prevenire l‘ aggregazione piastrinica,
l‘aggregabilità, quindi l‘eventuale formazione di un trombo: usiamo come
trattamento profilattico degli antitrombotici
Paziente anginoso diabetico con squilibri del metabolismo della coaugulazione;
Paziente anginoso iperteso;
Paziente anginoso aritmico;
Questi sono i quadri fino ad arrivare a quadri multipli in cui bisogna intrecciare
ovviamente più terapie e fare una terapia ideale per curare più patologie coesistenti
Nel paziente anginoso iperteso vi sono farmaci che danno risultati nelle due
disfunzioni sia come antianginosi sia come antipertensivi (ovviamente vi è una
associazione tra farmaci per es. ipolipidemici + farmaci antianginosi o farmaci
antidiabetici + farmaci antianginosi.
Antianginosi vasodilatatori: sono miolitici in quanto rilasciano la muscolatura
liscia vasale: nitrovasodilatatori, cioè i nitroderivati in quanto nella loro molecola
è presente un gruppo nitroso ( farmaci che non hanno gruppo nitroso sono detti
non nitrovasodilatatori come i calcio antagonisti miolitici che bloccano i canali del
cacio).
Vasodilatatori dei distretti venosi ed arteriosi: i calcio antagonisti sono
prevalentemente vasodilatatori del distretto arterioso; farmaci misti con eventuale
prevalente attività sul distretto venoso come i nitroderivati. I Misti riducono sia il
precarico sia il postcarico; i Calcio antagonisti riducono prevalentemente il
postcarico.
I farmaci inotropi negativi riducono il lavoro cardiaco riducendo la frequenza :
questi sono i Beta-bloccanti. I B-bloccanti sono bivalenti: sono sia antianginosi,
sia antipertensivi.
NITRATI ORGANICI
Il più antico farmaco usato nella terapia dell‘ angina è stato il Nitrito di amile, ormai
abbandonato (venivano inspirati i vapori di esso provenienti da una fiala).
Antianginosi = nitrovasodilatatori organici: sono la Trinitroglicerina (con tre gruppi
NO2), l‘Isosorbide Dinitrato e il suo metabolita Isosorbide 5-mononitrato, Eritrile
tetranitrato, Molsidomina nella quale il gruppo NO2 è assente.
Gli effetti farmacologici dei nitroderivati sono: Effetti sistemici dando una
vasodilatazione venosa maggiore di quella arteriosa, e questo porta a riduzione del
precarico ma anche del postcarico, con una riduzione della pressione diastolica.
La riduzione della pressione diastolica porta ad una migliore ridristibuzione del flusso
coronarico agli strati del miocardio durante la dilatazione ventricolare, vi è un furto di
sangue che viene dirottato nelle zone subendocardiche, non sono coronarodilatatori,
ma quello che si osserva è una ridistribuzione del flusso ematico a cui segue una
minore richiesta di irrorazione delle aree subendocardiche. Non si traggono benefici
nel trattare un paziente anginoso vasospastico con nitroderivati propio perché questi
non sono spasmolitici, ma miolitici vasali.
A dose terapeutica il nitroderivato non dà il fenomeno di rimbalzo (aumento della
frequenza cardiaca; a dosi sovraterapeutiche vi è aumento della freq. cardiaca con
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