I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 417
somministrazioni al giorno le concentrazioni di steady-state si ottengono nell'arco
di 2 giorni. L'assunzione dopo i pasti non altera la biodisponibilità del farmaco,
ma ne riduce i livelli massimi e allunga i tempi di picco plasmatico. L'emivita,
compresa tra le 6 e le 8 ore, risulta più lunga negli anziani e inferiore nei ragazzi
con meno di 16 anni. Scarsamente legato alle proteine plasmatiche (<10%), il
levetiracetam viene eliminato con le urine in gran parte immodificato (66%) o
sotto forma di un metabolita inattivo derivato dalla idrolisi enzimatica del gruppo
acetamidico della molecola.Nei pazienti con insufficienza renale si rende
necessario un aggiustamento posologico.Efficacia clinica: Il levetiracetam è stato
oggetto di 3 studi multicentrici (uno statunitense, due europei), controllati,
randomizzati, in doppio-cieco condotti su un totale di 904 pazienti con una storia
di epilessia parziale refrattaria (da un minimo di 1 ad un massimo di 2 anni), in
trattamento con uno o più farmaci antiepilettici tradizionali. Il criterio principale
di valutazione di efficacia adottato è stata la riduzione mediana delle crisi
settimanali, mentre come misura di esito secondaria la percentuale di responders
(la percentuale di pazienti con una diminuzione minima del 50% degli attacchi
convulsivi). La durata degli studi è stata di 18 settimane (1° studio) e 16 settimane
(gli altri due), 4 delle quali dedicate alla individualizzazione della posologia e 12 o
14 di trattamento a dose fissa.Nel primo studio, 294 pazienti sono stati
randomizzati a levetiracetam 1.000mg/die, a levetiracetam 3.000mg/die o a
placebo. Tra i pazienti trattati con levetiracetam si è osservata un riduzione del
26% (1.000mg/die) e del 30% (3.000mg/die) nella frequenza delle crisi rispetto al
placebo. La percentuale di responders è stata rispettivamente del 37% e del 39,8%
contro il 7,4% con placebo. Undici pazienti trattati con levetiracetam sono risultati
completamente liberi da crisi contro nessuno assegnato al placebo.Il secondo
studio ha confrontato levetiracetam alla dose di 1.000mg/die (n=106) e
2.000mg/die (n=105) con placebo (n=111). La diminuzione del numero di attacchi
convulsivi rispetto al placebo è stata del 17,1% (1.000mg/die) e del 21,4%
(2.000mg/die), mentre la percentuale di responders è risultata rispettivamente del
20,8% e del 35,2% contro il 6,3% osservato con placebo. Nell'ultimo studio, in cui
3.000mg/die di levetiracetam (n=180) sono stati confrontati con placebo (n=104),
nei pazienti trattati col farmaco si è osservata una riduzione del 23% del numero
delle crisi rispetto al placebo, mentre la percentuale di responders è stata del
39,4% contro il 14,4% con placebo. Effetti indesiderati: Negli studi clinici, la
percentuale di pazienti costretti a sospendere il trattamento per la comparsa di
reazioni avverse è stata del 15% nel gruppo trattato con levetiracetam e dell'11,6%
nel gruppo trattato con placebo. Gli effetti indesiderati più frequentemente
riportati sono stati sonnolenza (14,8%), astenia (14,7%), giramenti di testa (8,8%),
atassia e incoordinazione motoria (3,4%), sintomi psichiatrici tipo depressione,
agitazione, ansia, ostilità, labilità emotiva, apatia, depersonalizzazione. Nel corso
degli studi si sono verificate modeste riduzioni nei valori di emoglobina,
ematocrito e della conta leucocitaria ed eritrocitaria che non hanno comportato
l'interruzione del trattamento. Avvertenze: Non si conosce l'innocuità del farmaco
in corso di gravidanza. In studi su animali (ratti femmine), il trattamento con
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