I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 20

La permanenza nel tratto GI per un tempo insufficiente è una causa frequente di bassa biodisponibilità. I farmaci assunti per via orale rimangono a contatto con la parete dell‘intero tratto GI per non più di 1 o 2 gg e con quella dell‘intestino tenue solamente per 2-4 h. Se il farmaco non si dissolve facilmente o non è in grado di attraversare efficacemente la membrana epiteliale (p. es., se è altamente ionizzato e polare), il tempo di permanenza a livello della sede di assorbimento può non essere sufficiente. In queste circostanze la biodisponibilità, oltre a essere bassa, tende a subire variazioni considerevoli. L‘età, il sesso, l‘attività fisica, il fenotipo genetico, lo stress, le malattie (p. es., l‘acloridria, le sindromi da malassorbimento) o precedenti interventi chirurgici sull‘apparato GI possono influenzare la biodisponibilità dei farmaci. Essa inoltre può essere ridotta dalle reazioni chimiche che entrano in competizione con l‘assorbimento. Queste reazioni includono la formazione di complessi (p. es., fra la tetraciclina e gli ioni metallici polivalenti), l‘idrolisi per opera del succo gastrico acido o degli enzimi digestivi (p. es., l‘idrolisi della penicillina e del cloramfenicolo palmitato), la coniugazione a livello della parete intestinale (p. es., la coniugazione con zol fo dell‘isoproterenolo), l‘adsorbimento ad altri farmaci (p. es., la digossina e la colestiramina) e il metabolismo da parte della microflora intestinale. Valutazione della biodisponibilità La valutazione della biodisponibilità effettuata mediante le misurazioni seriate della concentrazione plasmatica comporta solitamente la determinazione della concentrazione plasmatica massima (di picco) del farmaco, quella del tempo necessario per raggiungere la concentrazione plasmatica massima (tempo di picco) e il calcolo dell‘area al di sotto della curva concentrazione plasmatica-tempo (Area Under plasma concentration-time Curve, AUC). La concentrazione plasmatica dei farmaci aumenta con l‘entità dell‘assorbimento; il picco viene raggiunto quando la velocità di eliminazione del farmaco diviene uguale alla velocità di assorbimento. Le determinazioni della biodisponibilità basate sulla sola concentrazione plasmatica di picco possono essere ingannevoli, perché l‘eliminazione dei farmaci ha inizio appena essi entrano in circolo. L‘indice generico della velocità di assorbimento utilizzato più diffusamente è il tempo di picco; più è lento l‘assorbimento, più il tempo di picco è tardivo. Tuttavia spesso il tempo di picco non rappresenta una buona misura statistica, perché è un parametro di tipo discreto che dipende dalla frequenza con cui vengono prelevati i campioni di sangue e, nel caso di curve di concentrazione relativamente piatte in prossimità del picco, dalla riproducibilità dell‘analisi. L‘AUC è la misura più attendibile della biodisponibilità. Essa è direttamente proporzionale alla quantità totale di farmaco immodificato che raggiunge la circolazione sistemica. Per una determinazione accurata, il sangue deve essere prelevato frequentemente per un periodo di tempo abbastanza lungo da osservare l‘eliminazione pressoché completa del farmaco. Le preparazioni farmaceutiche possono essere considerate bioequivalenti per grado e velocità di assorbimento se le loro curve di concentrazione plasmatica sono sostanzialmente sovrapponibili. Le preparazioni che possiedono AUC simili ma le cui curve di concentrazione 20