I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 131

Molti effetti indesiderati trovano la loro causa prima in alterazioni di quei processi metabolici a cui quasi tutti gli xenobiotici vanno incontro, principalmente a livello epatico, ed il cui fine ultimo é quello di modificarne le proprietà chimico fisiche, facilitandone l‘escrezione. Durante il processo di biotrasformazione epatica, principale meccanismo con il quale viene regolata la concentrazione del farmaco nell‘organismo e quindi nel sito d‘azione, il farmaco progenitore viene convertito in uno o più metaboliti (farmacologicamente attivi o inattivi) dotati di maggiore polarità, quindi più idrosolubili e facilmente eliminabili con l‘urina o con la bile. Tale processo avviene attraverso la trasformazione dei gruppi funzionali della molecola (reazioni di fase I quali ossidazioni, riduzioni ed idrolisi) e la successiva coniugazione con sostanze endogene per la formazione di composti inattivi (reazioni di fase II quali glucuronidazione, solfatazione). Il principale responsabile delle reazioni di fase I di un‘ampia varietà di composti endogeni ed esogeni, chimicamente e biologicamente non correlati, è il sistema epatico del citocromo P450, costituito da una serie di isoenzimi localizzati sulle membrane microsomiali del reticolo endoplasmatico liscio principalmente a livello epatico e/o in tessuti extraepatici, quali il tratto gastrointestinale, i reni, i polmoni, la cute ed il sistema nervoso centrale. Tutte le isoforme enzimatiche del citocromo P450 sono proteine contenenti un gruppo eme, inizialmente identificate come pigmenti rossi (P) che producevano una caratteristica banda di assorbimento spettrofotometrico a 450 nM. Gli isoenzimi del citocromo P450 sono stati suddivisi in famiglie e sottofamiglie, in base alla somiglianza strutturale nella sequenza aminoacidica, ed indicati con il prefisso CYP seguito da un primo numero indicante la famiglia, una lettera indicante la sottofamiglia ed un secondo numero indicante il singolo isoenzima 12. Negli ultimi anni sono stati identificati circa 30 CYPs, 7 dei quali svolgono un ruolo determinante nel metabolismo dei farmaci (CYP 1A2, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 3A4, 2E1). 3. Polimorfismo genetico Esiste una marcata variabilità, sia interindividuale che interetnica nella capacità di metabolizzare i farmaci. Tale variabilità rende parzialmente conto delle differenti risposte (il cui range può variare dalla mancanza di effetti clinici alla comparsa di gravi effetti tossici) alla stessa dose di farmaco quotidianamente osservate nella pratica clinica. A determinare tale variabilità concorrono fattori di natura diversa: fisiologici (età, sesso), patologici (es. malattie epatiche o renali), ambientali (es. interazioni tra farmaci o altri composti chimici), genetici. Proprio l‘individuazione e la caratterizzazione delle variazioni nella risposta ai farmaci dovute a fattori ereditari è oggi oggetto di studio di una branca della genetica nota appunto come farmacogenetica. La maggior parte delle modificazioni farmacocinetiche di natura genetica attualmente conosciute riguarda la variabilità interindividuale nell‘attività degli enzimi responsabili del metabolismo di alcuni farmaci: una riduzione geneticamente 131