I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 110

studi più attenti prima di poter essere immesse nel prontuario farmaceutico e quindi approvate per il consumo come farmaci x uso umano. SPERIMENTAZIONE CLINICA DI UNA MOLECOLA PRESUMIBILMENTE UTILE AI FINI TERAPEUTICI: La sperimentazione preliminare consiste nella osservazione degli effetti sia terapeutici che tossici nell‘animale da esperimento. Un tempo si usavano un gran numero di animali, ma oggi la società guarda questi studi con un certo disagio: ci sono fattori etici coinvolti anche per gli animali, quindi la sperimentazione animale si è ridotta al minimo, invece di procedere come una volta (con la cosiddetta dose letale 50: un certo numero di animali era saggiato con dosi crescenti del farmaco, e si stabiliva la tossicità in modo grossolano dal numero degli animali che moriva; c‘erano delle tabelle che consentivano di definire una dose tossica, che poi si paragonava alla dose terapeutica, per stabilire l‘indice terapeutico, ossia la finestra di sicurezza che si poteva utilizzare nella gestione del farmaco nell‘uomo). Oggigiorno tutto questo si è ridotto alla osservazione di pochi animali in modo da ridurre la sofferenza degli animali e anche da trarre da quei pochi animali che sono utilizzati un massimo dell‘informazione. Ci sono però due aree di sperimentazione animale dove purtroppo l‘uso di un certo numero di animali è ancora necessario: questi sono dei test per escludere il potenziale cancerogeno e per escludere proprietà teratogeniche dei farmaci. Per i test di cancerogenesi si impiegano animali che sono sottoposti al farmaco in sperimentazione a dosi crescenti per tutta la loro vita (un anno per il topo, due per il ratto). Per il test della teratogenenesi si somministra il farmaco ad animali gravidi a diversi stadi gestazione, con lo scopo di dimostrare, o meglio per escludere che il farmaco sia in grado di produrre malformazioni congenite nel feto. Ci sono due limiti fondamentali nella sperimentazione animale: il primo è che i dati ottenuti nell‘animale vanno rapportati all‘uomo e questo salto è talvolta difficile da fare, perché le specie variano in modo significativo nei loro parametri farmacodinamici e farmacocinetici e quindi i risultati ottenuti nell‘animale sono di prima approssimazione. Il secondo limite è che le popolazioni animali su cui si fanno questi test, per definizione, sono dei ceppi geneticamente omogenei, invece la popolazione umana è estremamente eterogenea (gli individui sono diversi fra loro con diversità negli enzimi che hanno importanza per l‘azione dinamica e per il metabolismo dei farmaci). Ci sono dei fattori genetici che condizionano delle reazioni avverse idiosincratiche: per scoprire quest‘ ultime occorre sperimentarle in una popolazione vasta perché rare. Dunque è necessaria una sperimentazione clinica: un ufficio competente dà il nulla osta alla sperimentazione clinica, solo dopo aver esaminato il dossier relativo al farmaco. Comitati etici autorizzano questa sperimentazione. La sperimentazione si articola in diverse fasi: PRIMA FASE di solito sono studenti che partecipano alla sperimentazione, invogliati per il congruo guadagno, facendo da cavie. Si somministra il farmaco con cautela in un ambiente protetto (così se dovessero insorgere delle reazioni avverse a queste si 110