tedesco, discepolo del più conosciuto storicista Dilthey, Hermann Nohl, qualche bella pagina di testo
da leggere e commentare assieme agli studenti.
Capitolo I: Introduzione agli Scritti teologici giovanili
La raccolta dei testi giovanili di Hegel compare per la prima volta nel 1907 ad opera di Herman
Nohl, il celebre discepolo dello storicista Dilthey. A sessant’anni di distanza dall’edizione tedesca,
esce la prima edizione tradotta in italiano.
I testi in questione hanno avuto una importanza determinante per il rinnovamento degli studi
hegeliani nel periodo tra le due guerre mondiali, tanto che si parlò di una Hegelreinassance per la quale
l’influenza della filosofia hegeliana si estese anche ad alcune delle principali correnti del pensiero
contemporaneo come la fenomenologia, l’esistenzialismo e, in parte, il marxismo. Se in una fase
iniziale i testi giovanili vennero letti dagli studiosi e dalla critica nell’ottica di una netta cesura tra il
pensiero del giovane Hegel, ancora più teologo e storico pensante che filosofo, lontano quindi dallo Hegel
maturo del ‘sistema’, il metodo di lettura odierno di questi scritti, peraltro non destinati dal suo autore
alla pubblicazione, ma nati come appunti privati, è teso piuttosto a cogliere i nessi tra gli abbozzi di
pensiero giovanili e le più mature formulazioni di esso. Si è rinunciato, quindi, oggi a leggere questo
corpus di scritti giovanili come a se stante rispetto al periodo della maturità filosofica, abbandonando
in sostanza la prima linea interpretativa che muoveva da Dilthey2, il quale sembrava rintracciare in essi
una forma di panteismo mistico; al Dilthey si deve comunque il merito, sempre riconosciutogli dalla
critica successiva anche molto distante dalla sua posizione, della loro scoperta e introduzione nel
complesso degli studi hegeliani.
Gli scritti, definiti non del tutto propriamente teologici sono databili, all’interno della produzione
hegeliana, tra il 1790 e il 1800, un decennio di formazione in cui l’interesse prevalente di Hegel è senza
dubbio di natura storica, più che teologica in senso letterale. Pertanto il titolo attribuito dal Nohl si
offre già ad una serie di critiche e di letture alternative. Vero è che in essi Hegel parla di religione, ma
ne parla in termini storici, più che teologico/dottrinari. Anche se si guarda al ‘metodo’ seguito da
Hegel nella loro stesura, si nota quanto esso sia polemico nei confronti della teologia intesa in senso
tradizionale. E tuttavia la scelta di questo titolo da parte di Nohl non è stata casuale e su di essa ha
avuto un peso determinante l’influenza della tesi diltheyana che utilizzò per primo, ma non fu l’unico,
il termine ‘teologico’ riferito all’interesse prevalente di Hegel in quegli anni, quasi naturale dato il tipo
di formazione da cui lui, come molti altri giovani intellettuali tedeschi dell’epoca, proveniva, sebbene
questo termine assuma presto un senso assai lato.
Questa vena di